Il coronavirus è ormai un’emergenza. Le scuole sono state chiuse, così come i cinema, i teatri. I voli bloccati. Il futuro incerto. I numeri continuano a crescere e non è facile capire come possa evolversi la situazione. Di certo c’è una cosa: il governo italiano teme i quattordicimila contagiati entro domenica 8 marzo. Perché proprio questo numero? Si tratta del numero studiato dalla commissione di esperti formata dall’esecutivo che è lo stesso calcolato dal professor Giuseppe De Nicolao dell’Università di Pavia. Come riporta Business Insider, si tratta di un risultato condiviso con lo studio di Enrico Bucci
ed Enzo Marinari, con l’ausilio di Giorgio Parisi, Presidente dell’Accademia Nazionale dei Lincei. Se domenica 8 marzo si dovesse arrivare in Italia a 14.000 contagiati, sarebbe un problema. Da dove viene questo numero. Gli studiosi hanno preso in esame il numero dei contagiati tra il 25 febbraio e il marzo utilizzando i numeri forniti dalla Protezione civile che presentano “un chiaro andamento esponenziale che, in assenza di interventi radicali e tempestivi, potrebbe far superare i 14.000 positivi entro domenica 8 marzo”. Continua a leggere dopo la foto
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Ecco perché sono state prese misure drastiche nel nostro paese. Per fermare questo contagio esponenziale. O almeno provarci. “Se nei prossimi giorni – spiega De Nicolao – si osserverà una crescita in accordo con queste previsioni, vorrà dire che le misure già adottate dal Governo sono insufficienti a scongiurare scenari insostenibili per il sistema sanitario delle regioni interessate”. Non solo: “Inoltre è del tutto probabile che anche le rimanenti regioni italiane seguiranno lo stesso destino innescando una sorta di effetto domino in cui le ultime regioni a essere colpite non potranno nemmeno beneficiare del sostegno di quelle vicine, ormai alle corde”. Continua a leggere dopo la foto
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Il 25 febbraio, i positivi in Italia erano 322; il primo marzo 1.577. Secondo lo studio di De Nicolao, i casi sarebbero dovuti arrivare a 3.964 entro il 4 marzo. Fortunatamente, però, è stato registrato un numero più basso. Secondo De Nicolato, il numero di giorni necessario a far raddoppiare i pazienti positivi sarebbe di 2,19 giorni in Italia;
2,45 giorni in Lombardia; 2,46 in Veneto e 1,91 in Emilia Romagna. Domenica 8 marzo è un giorno decisivo, in base a questo studio. Se infatti la progressione fosse più lenta di quella stimata, significherebbe che forse il contagio potrebbe essere rallentato. Continua a leggere dopo la foto
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Se invece i confermati dello studio fossero confermati nei prossimi giorni, sarebbe “fonte di grande preoccupazione per la tenuta del sistema sanitario”. Secondo Enzo Marinari, “in Italia l’epidemia di Covid-19 è ancora in fase iniziale, con un andamento esponenziale: c’è un raddoppio dei casi ogni 2 giorni e mezzo e lo scenario, tra infettati, ricoveri e casi clinici gravi è simile a quello della Corea del Sud”. Cosa fare per ridurre il contagio? La risposta dell’Oms:
“Di fronte a un virus sconosciuto, la Cina ha lanciato forse lo sforzo più ambizioso, agile e aggressivo di contenimento della malattia nella storia: l’uso rigoroso di misure non farmaceutiche per contenere la trasmissione del virus COVID-19 in molteplici contesti fornisce lezioni vitali per la risposta globale”. Isolamento e quarantena sono misure difficile ma le uniche che funzionano davvero.
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