Due settimane dopo il terribile duplice omicidio della coppia di Pordenone, gli inquirenti continuano a cercare elementi utili nella vita di Trifone Ragone e Teresa Costanza. Quella sera – ne sono convinti gli investigatori – si è trattato di una eesecuzione in perfetto stile malavitoso. Chi ha sparato lo ha fatto a sangue freddo, senza tentennamenti, puntando prima alla testa del giovane, così da impedire a Trifone qualsiasi azione di difesa. Poi ha rivolto quella semiautomatica calibro 7,65 contro la fidanzata, seduta al posto di guida. Ha puntato soltanto alla testa: tre colpi hanno raggiunto il militare dell’Esercito, altri due hanno ucciso la sua compagna. Ma ora c’è un particolare in più.
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Spunta, difatti, un quarto testimone. La sua versione coincide con quelle rese, nell’immediatezza del delitto, dall’amico che per ultimo saluta i fidanzati nel parcheggio, dal runner che scambia gli spari per “miccette” e dal pesista che ritiene di aver sentito “4/5 petardi”. Era a pochi metri dal killer. Lo ha sentito sparare mentre infilava il borsone nell’auto, ma gli è sembrato impossibile che a Pordenone, nel contesto del palasport Crisafulli, qualcuno potesse esplodere colpi di arma da fuoco. Anche lui – un ragazzo che frequenta la palestra di arti marziali – ha sentito, ma non ha visto. Dunque, nuove testimonianze potrebbero arricchire il fascicolo della procura. Con la probabilità che siano già stati raccolti elementi non ancora resi noti alla stampa.
Coppia uccisa, la relazione di Trifone con la donna di un uomo pericoloso. E doveva pagare…