La giornata di oggi ha segnato un nuovo capitolo nell’intricata vicenda giudiziaria del caso Garlasco, che da diciotto anni cerca una verità definitiva. Questa mattina, a Milano, è stata ascoltata Daniela Ferrari, madre di Andrea Sempio, il 37enne recentemente finito sotto inchiesta per l’omicidio di Chiara Poggi. Convocata dai carabinieri del Nucleo investigativo su richiesta della procura di Pavia, la donna, 65 anni, si è trovata a dover rispondere – o forse scegliere di non farlo – su una serie di elementi centrali per l’accusa.
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L’interrogatorio di Daniela Ferrari arriva in un contesto di alta tensione, dopo che il 16 aprile scorso era stato il figlio a essere nuovamente convocato per la raccolta delle impronte palmari e il campione di Dna. Campione che sarà protagonista dell’incidente probatorio fissato per metà maggio, a seguito della ricusazione del genetista Emiliano Giardina. In questi mesi, la vicenda si è infiammata anche a livello mediatico: polemiche, dibattiti televisivi e attacchi da parte dei legali della famiglia Poggi non hanno però modificato la linea investigativa seguita dal procuratore Fabio Napoleone e dai magistrati pavesi. Secondo chi sta conducendo le indagini, più si scava e più emergerebbero errori, omissioni e incongruenze nelle indagini originarie e nella prima riapertura del 2017.

Garlasco, la madre di Sempio si avvale delle facoltà di non rispondere
Durante l’interrogatorio di oggi, su cui aleggia il sospetto che la donna si sia avvalsa della “facoltà di astenersi dal rendere dichiarazioni” come prossimo congiunto dell’indagato, si sarebbe dovuto fare luce su diversi punti cruciali. Daniela Ferrari era stata già ascoltata due volte negli anni precedenti, ma mai il suo racconto è stato tanto atteso. Al centro dell’incontro, gli orari della mattina del delitto: la donna aveva dichiarato di essersi recata a Gambolò per acquistare un telecomando, trovando però il negozio chiuso, e di essere poi tornata a casa per lasciare l’auto ad Andrea, che a sua volta doveva andare in libreria a Vigevano.

Un altro nodo da sciogliere riguarda lo scontrino che Sempio aveva consegnato nel 2008 ai carabinieri, dichiarando di averlo dato loro in una busta trasparente. La madre aveva affermato che i militari si erano recati a casa a ritirarlo, ma i carabinieri sentiti recentemente hanno negato, sostenendo invece che fu il giovane a portarlo personalmente in caserma. A complicare ulteriormente il quadro c’è poi la questione sollevata dalla trasmissione “Le Iene”, che ha trasmesso un audio in cui la Ferrari allude al fatto che nel 2017 l’avvocato dei Poggi, Gian Luigi Tizzoni, avrebbe fornito documenti riservati a suo figlio, forse dietro pagamento. Successivamente, intervistata da “Quarto Grado”, la donna aveva ridimensionato queste affermazioni.

La procura, guidata dall’aggiunto Stefano Civardi e dalla pm Valentina De Stefano, continua intanto il suo lavoro in modo serrato, mantenendo riservati molti degli elementi raccolti. Secondo fonti vicine all’inchiesta, vi sarebbero ulteriori riscontri a carico di Andrea Sempio oltre al Dna trovato sotto le unghie di Chiara Poggi. Per questo motivo, l’interrogatorio di Daniela Ferrari, sebbene avvolto da un’apparente riservatezza, potrebbe rivelarsi un passaggio decisivo nell’indagine, molto più di una semplice mossa interlocutoria.