Massimo Silvestrin ha confessato di aver cercato di sequestrare il figlio di un suo fornitore. Era stato arrestato insieme a due complici, mentre di primo mattino attendevano il passaggio dell’auto della mamma con a bordo il ragazzino. Ora l’uomo ha raccontato come sono andate le cose al Corriere della Sera, ancora prima di comunicarle al magistrato: “Riconosco di aver fatto una sciocchezza. Stavo vivendo molto male alcuni problemi finanziari, di indebitamento e non riuscivo a venirne a capo. L’attività non andava più bene, mi sentivo abbandonato anche dalla famiglia, dopo aver lavorato per tutta la vita. E così, in dicembre, mi è venuta l’idea di risolvere tutto prendendo il figlio di Bassan. Ma senza fargli male…”.
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Silvestrin, detto il Zebbra, è stato rinchiuso nel carcere di Vicenza, dove si era avvalso della facoltà di non rispondere. Zebbra è il nome dello storico pub di Este di cui era il proprietario. Perché il figlio del fornitore? “Conoscevo la famiglia, la casa e l’azienda: è un mio fornitore. Ero stato da loro più volte, andavo lì a firmare i contratti. Sapevo che erano benestanti…”. Anche se il fornitore aveva debiti con lui non era stato questo motivo del tentato sequestro, ma il bisogno di soldi. A gennaio Silvestrin decide di coinvolgere due amici, Gianfranco e Antonio Galani, padre e figlio, il primo camionista, il secondo disoccupato, contando sul comune disagio: bisogno di soldi. Da quel momento diventa la mente del gruppo, e commette una serie di errori che l’hanno fatto arrestare dai carabinieri del Ros. “Dilettanti allo sbaraglio”. Silvestrin ha deciso di scrivere una lettera alla famiglia del «re» della birra, dove si dice pentito e dispiaciutissimo per la paura causata.
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