Battute finali a Grosseto per il processo di primo grado a Francesco Schettino, imputato per il naufragio della Costa Concordia avvenuto il 13 gennaio 2012 davanti all’Isola del Giglio. Una delle più gravi sciagure marittime della storia italiana che provocò 32 morti e oltre 100 feriti. L’ex comandante è accusato di omicidio colposo plurimo, lesioni colpose, naufragio colposo, abbandono di nave, abbandono di persone incapaci e omessa comunicazione con l’autorità marittima. Nella requisitoria, durata quasi 20 ore e che ha visto alternarsi nel corso di tre udienze tre magistrati (Alessandro Leopizzi, Stefano Pizza, Maria Navarro), sono stati chiesti per Schettino 26 anni di carcere – 14 anni per omicidio e lesioni colposi ai quali vanno ad aggiungersene altri 9 per l’accusa di naufragio e altri 3 per abbandono di incapaci e della nave – e l’arresto per “pericolo di fuga”.
L’ex comandante, secondo il magistrato, è l’unico responsabile di una tragedia che “solo per la Provvidenza” non si è trasformata in una “ecatombe”. Non merita dunque le attenuanti generiche “anche se è incensurato e non ha precedenti penali né giudiziari” perché la gravità di quanto accaduto “è tale e totalmente ascrivibile a sue responsabilità”. Concludendo la sua requisitoria, il sostituto procuratore Stefano Pizza, che ha definito Schettino un “incauto idiota”, ha dichiarato: “Che Dio abbia pietà di lui perché noi non possiamo averne alcuna”. Ora non resta che aspettare la sentenza che arriverà in settimana.