Allarme colera nella regione italiana. Il protocollo di sicurezza è scattato dopo la diagnosi di un uomo che da un mese non si sentiva bene e che, nonostante le cure mediche, non era riuscito a guarire. Gli esami effettuati hanno dato esito positivo e l’uomo è stato ricoverato nel reparto di malattie infettive dell’ospedale Santissima Trinità. È scattato subito il protocollo previsto in questi casi.
Come hanno poi stabilito i risultati delle colture è emersa la presenza del batteria vibro cholerae, il batterio del colera. La sua trasmissione avviene per contatto orale, diretto o indiretto, con feci o alimenti contaminati e nei casi più gravi può portare a pericolosi fenomeni di disidratazione. Per l’uomo non è stato ancora accertato il contagio; di recente non ha fatto alcun viaggio all’estero.
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Uomo contagiato di colera in Sardegna
Secondo quanto riporta L’Unione Sarda, l’anziano, residente ad Arbus, ha accusato i primi sintomi circa un mese fa e questo elemento rende difficile stabilire il momento esatto del contagio. Dopo alcuni giorni di ricovero in una struttura, l’uomo è stato ricoverato nel centro Malattie infettive dell’ospedale Santissima Trinità di Cagliari.
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Ovviamente sono in corso da parte dei medici gli accertamenti epidemiologici sui familiari del paziente che vivono nella zona del Medio Campidano, nella zona sud della Sardegna. Al momento nessuno ha accusato i sintomi del colera. Quando presente, il sintomo prevalente è la diarrea, acquosa e marrone all’inizio chiara e liquida successivamente. Nei casi più gravi può essere la malattia può essere fatale.
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Goffredo Angioni, direttore del reparto di Malattie infettive dell’ospedale Santissima Trinità di Cagliari, dove è ricoverato un pensionato che ha contratto il colera, primo caso in Sardegna dal 1973, ha rilasciato un’intervista a L’Unione Sarda nella quale ha spiegato che non c’è nessun allarme per la salute e ha spiegato come è possibile contrarre la malattia: “Le indagini sono in corso. Solitamente il colera si può contrarre nel corso di viaggi in alcuni Paesi dell’Asia, come l’India, dove la malattia è endemica. Da noi, invece, i principali sospettati sono i frutti di mare, se consumati senza la dovuta cottura. Ma, come detto, gli accertamenti sono in corso ed è ancora presto per trarre conclusioni”.