Mercoledì 29 novembre i genitori di Filippo Turetta hanno rinunciato ad incontrare il figlio in carcere. I due erano attesi alla casa circondariale di Montorio a Verona ma hanno deciso di non presentarsi all’incontro richiesto proprio dal 22enne accusato dell’omicidio dell’ex fidanzata Giulia Cecchettin. Nicola Turetta ed Elisabetta Martini, dopo aver ottenuto il permesso dal pm, non hanno seguito l’avvocato Giovanni Caruso per il colloquio. Troppo difficile incontrare quel figlio che nel giro di poche ore è diventato un assassino.
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Ci vorrà un delicato affiancamento degli psicologi per affrontare quel momento. Il padre Nicola aveva chiesto “scusa” e “perdono” ai genitori di Giulia Cecchettin. “Mio figlio deve pagare” aveva dichiarato ancora, per poi chiudersi nel silenzio più totale. Anche Filippo ha detto la stessa cosa nelle dichiarazioni spontanee del primo interrogatorio: “Sono affranto, voglio pagare per quello che ho fatto”.
Filippo Turetta ‘detenuto vip’, la rabbia degli altri detenuti
Al carcere veronese di Montorio si è presentato ieri pomeriggio l’avvocato Giovanni Caruso per un nuovo colloquio col ragazzo. Nonostante la rinuncia dei genitori di Filippo Turetta a incontrare il loro figlio, in carcere è scattata la protesta degli altri detenuti. L’associazione “Sbarre di Zucchero” ha raccolto le testimonianze di alcuni parenti dei detenuti, infuriati perché troppe attenzioni “sono concentrate sull’assassino di Giulia Cecchettin”.
“Anche gli avvocati hanno fatto fatica ad incontrare i propri assistiti per colpa dei tanti giornalisti e fotografi presenti”, ha riferito la vicepresidente Micaela Tosato al Gazzettino: “I ragazzi dentro sono seguiti meno del solito perché, come ha detto un brigadiere al mio compagno, adesso bisogna pensare al nuovo arrivato vip. Che schifo, sono sempre più schifata. E stamattina l’assassino ha il permesso di incontrare i genitori, nonostante non sia giorno di colloqui per la sua sezione…”.
Secondo quanto riportato dall’associazione, gli altri detenuti si sarebbero irritati per il trattamento riservato a Filippo Turetta, chiamato il ”detenuto vip”, ricoverato in un reparto di “psichiatria sperimentale”. Non solo, il 22enne avrebbe chiesto e ottenuto subito due libri: uno di Agatha Christie e l’altro di Aleksander Puskin: “Dopo solo due giorni ha già libri da leggere e colloquio con i genitori?”, l’accusa degli altri detenuti.