Ci sono tante cose da chiarire nell’inchiesta sulla morte di Loris Stival, che ha portato la mamma Veronica Panariello in carcere con l’accusa di omicidio. Uno dei punti scuri è quello della vigilessa del paese, che si trovava vicino alla scuola del piccolo trovato morto il 30 novembre dello scorso anno. La donna dice di aver visto il bambino con lo zainetto correre verso l’edificio, salvo poi entrare in confusione, correggere, ritrattare parzialmente fino a non essere ritenuta attendibile dagli inquirenti forti della loro certezza ricavata da immagini riprese da telecamere che sarebbero incompatibili con le dichiarazioni della poliziotta.
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“Ricordo soltanto di aver visto passare la macchina condotta dalla signora Panarello Veronica che si allontanava verso le scuole elementari, – si legge nell’articolo di Panorama – e di avere visto un bambino che stava correndo in direzione della via fratelli Cervi con uno zainetto che gli ballava sulla schiena, il quale mi è sembrato lo Stival Andrea Loris, ma non posso affermarlo con certezza e comunque non ricordo come fosse il suddetto bambino vestito in quanto è stato un attimo…”. È vero, dice di non essere certa, ma nella sua dichiarazione ci sono due aspetti su cui fermarsi: ha visto la macchina della signora Veronica andare verso la scuola e ha visto un bambino che le è sembrato Loris. Il 3 settembre la vigilessa Schemabri viene risentita: ”non sono certa che quella immagine potesse essere un ricordo di qualche giorno prima. Ho visto solo transitare la macchina, non ho notato una sua sosta per consentire eventualmente di fare scendere il figlio”. Pure sul colore dell’auto le convinzioni vacillano, scrive sempre Panorama: “Il colore dell’auto di cui parlo è scuro, anche se non posso affermare con certezza che sia di colore grigio scuro… che mi possa consentire di affermare con certezza che sia la stessa che la madre di Loris utilizza”. “All’interno della polo di colore scuro, oltre alla donna, che posso affermare all’ottanta per cento fosse la mamma di Loris, vi era anche un bambino piccolo, seduto sul seggiolino di sicurezza sul sedile posteriore. Ricordo il movimento delle manine del bambino”. Secondo i giudici, però, c’è un punto fermo: la vigilessa non dice di aver visto Loris all’interno dell’auto della Panariello, ma un bambino che gli assomigliava. Gli interrogatori per la Schembari non sono finiti, il 15 dicembre, infatti, viene risentita: “Ho un ricordo nitido del passaggio dell’autovettura, ma mi sono sorti dubbi relativi all’esatto giorno in cui l’ho vista transitare, non escludo che tale ricordo fosse riferito al giorno 27 novembre, in cui ho prestato servizio nel medesimo luogo”.
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Una confusione mentale e temporale che avrebbe fatto vacillare le sue testimonianze. ”Peccato che le sue parole vadano in qualche modo a incastrarsi con le affermazioni di Veronica Panarello, – scrive Panorama – che mentre cerca Loris all’uscita della scuola dice che la vigilessa le ha confermato di aver visto Loris attraversare la strada in direzione della scuola. Ma le frasi della Schembari combaciano soprattutto con le dichiarazioni verbalizzate della mamma di Loris sui suoi movimenti di quella mattina: “… Svoltavo a destra per via di Vittorio e giunta all’intersezione con via fratelli Cervi, svoltavo a sinistra, in direzione opposta all’ingresso della scuola di mio figlio, fermandomi poche decine di metri dopo. Lì scendeva mio figlio Loris che si avviava verso la scuola. Io proseguivo la marcia e, facendo il giro dell’isolato, ripassavo per via Di Vittorio notando, all’incrocio con la via fratelli Cervi, una vigilessa lì in servizio”. La versione della Panariello, quindi, combacerebbe con quella riferita nei primi momenti dalla vigilessa. Per i giudici però la Schembari non sarebbe attendibile.
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