Condannato a un anno di reclusione con pena sospesa, per minacce aggravate dalla finalità mafiosa, l’avvocato storico dei casalesi, Michele Santonastaso. Assolti, perchè “il fatto non sussiste”, i boss Francesco Bidognetti e Antonio Iovine (oggi collaboratore di giustizia), insieme all’avvocato Carmine D’Aniello. Si chiude così a Napoli il primo grado del processo per le minacce contro lo scrittore Roberto Saviano e la giornalista e parlamentare del Pd Rosaria Capacchione. (continua dopo la foto)
I fatti risalgono al 2008, quando durante un’udienza del processo Spartacus Santonastaso lesse un’istanza di ricusazione della Corte firmata dai due boss, nella quale c’erano riferimenti espliciti a Saviano, a Capacchione e ai magistrati inquirenti Cantone e Cafiero de Raho. “Il nostro – c’era scritto tra le altre cose – è solo un invito rivolto al signor Saviano e ad altri come lui a fare bene il proprio lavoro e a non essere la penna di chi è mosso da fini ben diversi da quello di eliminare la criminalità organizzata”. (continua dopo la foto)
Ne è nato un processo per presunte minacce che si è chiuso oggi dopo due anni con la condanna di Santonastaso, che dovrò anche versare una provvisionale di 20.000 euro a Capacchione. “Dare la scorta a chi scrive significa permettere di scrivere e garantire un diritto costituzionale. Spero che questa sentenza possa essere un primo passo verso la libertà, che ora ci possa essere una mia vita nuova”, ha commentato a caldo Roberto Saviano. E poi ha aggiunto: “Non sono imbattibili, non sono invincibili e la sentenza lo dimostra”. (continua dopo la foto)
E l’assoluzione dei boss? “La spiego – ha detto l’autore di Gomorra – con la strategia difensiva accolta dalla Corte, e cioè che l’avvocato abbia fatto da schermo all’organizzazione. Non si può pensare che l’avvocato dei camorristi possa prendere un’iniziativa personale senza interloquire con i capi. Se così fosse davvero non abbiamo capito niente della camorra”.