Si torna a parlare del vaccino AstraZeneca, in particolare per la somministrazione a giovani e donne e per la seconda dose. Il vaccino, raccomandato in Italia per soggetti over 60, nei numerosi open day organizzati in diverse città è stato somministrato anche a soggetti di età inferiore ai 60 anni ed è tornato sotto i riflettori dopo due casi di trombosi. Camilla Canepa, 18 anni, è morta a Genova per una grave trombosi dopo essere stata vaccinata il 25 maggio con il vaccino anglo-svedese, nell’ambito della campagna Open Day per gli over 18. Una 34enne è invece ancora ricoverata.
Giovedì 3 giugno, la ragazza, residente a Sestri Levante insieme alla famiglia, era arrivata in pronto soccorso accusando forti mal di testa e fotofobia, ma dalla tac cerebrale non era risultato niente. Due giorni dopo Camilla Canepa è tornata in ospedale con deficit motorio e la tac aveva evidenziato un’emorragia da trombosi del seno cavernoso ed era stata trasferita in neurochirurgia.
Lunedì è morta, ma poco dopo si è scoperto che la giovane soffriva di una malattia del sangue, piastrinopenia autoimmune familiare, e assumeva una doppia terapia ormonale. Nel pomeriggio di venerdì 11 giugno è arrivata la decisione del Comitato tecnico scientifico. Il vaccino Astrazeneca in Italia si userà solo per gli over 60. Gli under 60 che hanno ricevuto la prima dose di AstraZeneca, come seconda dose avranno Pfizer o Moderna. “AstraZeneca si utilizzerà solo per gli over 60″, ha detto il generale Francesco Paolo Figliuolo, spiegando che ”attualmente abbiamo una platea di circa 3,5 milioni di over 60. Le seconde dosi sotto i 60 anni saranno effettuate con vaccini mRna, così come le prime dosi” per under 60.
Dalle indagini effettuate per capire se le due patologie fossero state indicate nella scheda consegnata prima del vaccino si è scoperto che Camilla Canepa non aveva informato i medici vaccinatole della sua malattia. A riportare la notizia è il Corriere della Sera, dove si legge: “La ragazza ha una malattia autoimmune che implica un basso livello di piastrine nel sangue, con certezza un fattore di rischio da tener presente prima della vaccinazione. La piastrinopenia (nome della patologia) nella scheda anamnestica di Camilla, recuperata ieri dai carabinieri del Nas, non è però indicata. È stata omessa? O la ragazza non ne era a conoscenza? L’elemento forse più critico, in questa storia, va però oltre queste domande”.
Il quotidiano di via Solferino scrive anche che Camilla aveva sviluppato una ciste e aveva iniziato ad assumere due farmaci: uno a base di ormoni, il Progynova, e uno di estrogeni, il Dufaston. Sarà compito degli inquirenti capire le incidenze di questa terapia con il vaccino e perché nella documentazione presentata dalla 18enne non fossero presenti queste informazioni.