Sei volte in sala operatoria, due in rianimazione, una in terapia intensiva, è morta mia mamma e nell’ultimo incidente mi sono rotto due vertebre e due dita. Poi si è ritrovato un serpente in casa. La colpa di tutto ciò, secondo Roberto Calderoli, è del padre di Cécile Kyenge, l’ex ministro dell’Integrazione di origine congolese, reo, a suo dire, di aver fatto un macumba in risposta alle offese verso sua figlia, quando la definì un «orango». E allora Calderoli chiede al Kyenge senior di fare un passo indietro e “cancellare” quella maledizione. Eppure Clement Kikoko Kyenge, raggiunto in Africa da Oggi, ha spiegato di non aver fatto nessuna macumba ma di aver compiuto un rito tribale su di lui «affinché gli avi lo liberassero da cattivi pensieri e parole offensive, usando parole di tolleranza e non di vendetta». Ma il vicepresidente del senato non molla e sul suo profilo facebook chiede aiuto: «Non so se devo mettere un annuncio sul giornale o chiamare direttamente Bergoglio, sempre che non sia troppo occupato a sistemare gli immigrati a casa nostra, ma io devo trovare assolutamente un esorcista. Se qualcuno ha numeri di telefono o mail di esorcisti li aspetto con gratitudine». Ma Kyenge, attraverso un’intervista, cerca di rassicurare Calderoli: non è stata fatta alcuna macumba dal padre che, al contrario, gli ha rivolto «un gesto di perdono e di accoglienza».