Svolta importante nelle indagini sulla morte della piccola Fortuna Loffredo, la bimba di sei anni trovata agonizzante sul selciato dell’isolato 3 delle palazzina popolati Iacp del Parco Verde di Caivano, nel napoletano, la mattina del 24 giugno scorso. La procura di Napoli nord ha voluto vederci chiaro e nelle ultime ore ha reso noto che non indaga più per caduta accidentale, ma per omicidio volontario e violenza sessuale aggravata dall’età della piccola vittima. L’ipotesi già seguita dagli inquirenti diventa formalmente possibile perché nel fine settimana il perito anatomo-patologo incaricato dalla procura di eseguire l’autopsia ha consegnato al pm Federico Bisceglia titolare dell’inchiesta, i risultati dell’esame. L’esame del perito ha evidenziato gli abusi sessuali subiti dalla piccola, collocandoli in un arco temporale che va da due settimane e fino a due mesi prima del giorno della sua morte.
(continua dopo la foto)
![](https://www.caffeinamagazine.it/wp-content/uploads/2014/10/fortunafoto.jpg?x87950)
L’ipotesi della caduta accidentale non era mai stata accettata da genitori e amici di famiglia della piccola vittima e hanno più volte spiegato ai dubbi (e agli inquirenti) i propri dubbi sulla dinamica. Nel quartiere non c’è mai stata certezza, ma l’umore descriveva sentimenti non definitivi. Anche il parroco non ha fatto mancare la sua voce coraggiosa, con accuse ben precise. “Si tratta di un caso molto strano, nel quale tante cose non tornano. Chi sa, deve parlare. Davanti a Dio e agli uomini”, aveva tuonato don Maurizio Patriciello celebrando i funerali della bambina. Ma c’è un altro aspetto che ha tenuto vivo il dubbio tra gli abitanti del Parco Verde di Caivano: era morto, sempre apparentemente per una caduta accidentale, un bimbo di tre anni, Antonio Giglio, che viveva nello stesso complesso e che, peraltro, Fortuna conosceva. I magistrati vogliono vederci chiaro e gli abitanti del quartiere pensano sempre di più a un mostro che vive tra loro.