Una buona, ma piccola buona notizia per gli automobilisti vittime dell’autovelox. Un’ordinanza della Corte di cassazione può dare il via a migliaia di ricorsi per le multe ricevute per via di una “macchinetta”. Secondo la suprema corte i cartelli che annunciano la presenza di una postazione fissa di autovelox sulla strada non solo devono essere facilmente avvistabili e riconoscibili dall’automobilista ma devono anche rispettare l’ambiente circostante. Se non soddisfano entrambe queste condizioni la multa è nulla.
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L’amministrazione proprietaria della strada, secondo il pronunciamento della Corte, deve contemperare i due interessi: da un lato quello dell’utenza stradale a essere correttamente informata, dall’altro quello della tutela del paesaggio circostante. E l’automobilista multato per eccesso di velocità tramite autovelox fisso che ritenga tali prescrizioni non rispettate, per chiederne l’annullamento dovrà procurarsi prima delle prove fotografiche di quanto afferma e poi presentarle al giudice, eventualmente avvalorate da testimoni.
Autovelox, se arriva dopo novanta giorni la multa non vale. Il ministro conferma