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Mercato del lavoro, ecco le 6 cose che cambiano davvero con l’articolo 18

Il tanto agognato Jobs Act è passato alla camera, con 316 voti a favore la riforma del lavoro è quasi realtà. I voti contrari sono stati solo 6 perché l’opposizione e parte della minoranza del PD non hanno partecipato alla votazione. La legge, che è già stata approvata dal Senato lo scorso 9 ottobre, con il voto di fiducia, è stata poi modificata alla Camera con un emendamento proposto dal governo e quindi dopo il voto dovrà ritornare all’esame del Senato prima di essere approvata definitivamente. (continua dopo la foto)


I 6 punti fondamentali di questa nuova riforma sono questi:

1) Il Riordino dei contratti. L’esecutivo ha voluto rimettere ordine nella giungla dei contratti portando avanti un riordino a costo zero. Il contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti può essere applicato solo ai neoassunti. Garantisce il diritto al reintegro nel posto di lavoro in caso di licenziamenti illegittimi solo per quelli nulli e discriminatori, ma anche per «specifiche fattispecie» di quelli disciplinari: saranno i decreti delegati a stabilire quali saranno queste «fattispecie». In tutti gli altri licenziamenti disciplinari e per quelli per motivi economici (esigenze aziendali) giudicati ingiustificati sarà previsto solo l’indennizzo.

2) Stop ai Co.Co.Co. Il riordino delle forme contrattuali e dei rapporti di lavoro, dice il governo, farà diventare il contratto a tutele crescenti come la modalità normale di assunzione. Si punta anche alla creazione di un testo organico di disciplina delle tipologie contrattuali e al «superamento» delle collaborazioni coordinate e continuative. 

3) La nuova cassa integrazione. Saranno rivisti i limiti di durata dell’indennità (adesso il tetto è di 2 anni per la cassa ordinaria e di 4 per la straordinaria) e sarà prevista una maggiore partecipazione delle aziende che la utilizzano. Viene introdotto il «compenso orario minimo». Inoltre le aziende in crisi potranno essere acquisite dai dipendenti. 

4) I controlli a distanza. Con il monitoraggio a distanza di impianti e strumenti di lavoro si spinge sul telelavoro e sulla flessibilità. Inoltre si modifica la disciplina delle mansioni in caso di riorganizzazione, ristrutturazione o conversione aziendale. Secondo il governo sarà più semplice il passaggio da una mansione all’altra.

5) Una nuova maternità. La delega prevede l’estensione della maternità alle lavoratrici parasubordinate. Ci sono anche un credito d’imposta per le lavoratrici con figli minori o disabili non autosufficienti. Un lavoratore può cedere a un collega giorni di ferie per permettergli di curare i figli minori malati gravi. C’è anche la razionalizzazione e la revisione di procedure e adempimenti per facilitare l’inserimento dei disabili nel mondo del lavoro. 

6) L’Agenzia nazionale per l’Impiego. Viene istituita un’Agenzia nazionale per l’impiego e si punta a semplificare e razionalizzare le procedure di costituzione e gestione dei rapporti di lavoro. Meno adempimenti quindi a carico di cittadini e imprese. L’obiettivo è svolgere tutti gli adempimenti per via telematica. Il Jobs act e i decreti delegati entreranno in vigore il giorno dopo la pubblicazione in Gazzetta. 


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