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“Scusate, ma sono loro?”. Alessia e Livia Schepp: alla mamma delle gemelline scomparse arriva questa foto e si riaccende la speranza. Ma dopo poche ore la verità

A dieci anni dalla scomparsa di Alessia e Livia Schepp, c’è un particolare che riaccende la speranza. Le gemelline rapite dal padre e sparite nel nulla nel 2011 furono per settimane e mesi sotto i riflettori dei media. Poi più nulla. Ora però, una segnalazione ha riacceso l’attenzione sul caso e, soprattutto, le speranze di poterle ritrovare ancora vive. Dalla Polonia è infatti arrivata la foto di due gemelle che apparentemente hanno la stessa età delle bambine svizzere. “Alessia e Livia?”, è la scritta che accompagna lo scatto pubblicato attorno alle due di notte nel gruppo “Alessia e Livia Schepp – per ritrovare questi Angeli”.

Solo in un secondo momento, purtroppo, si è scoperto che erano semplici sosia. Come accennato, nel 2011 Alessia e Livia furono rapite dal padre, l’ingegnere Mathias Schepp, che intraprese con loro un lungo viaggio, toccando anche alcune località italiane. L’uomo, intento a fare del male alla moglie Irina dopo una turbolenta separazione, si suicidò pochi giorni dopo sotto un treno nel foggiano. Alla donna fu recapitato un biglietto con scritto: “Le ho uccise, non le rivedrai più”. (Continua a leggere dopo la foto)


I corpi delle bambine, tuttavia, non sono mai stati trovati. Nella foto in questione (vedi sotto) si vedono due ragazzine bionde sui 15 anni a un raduno musical-folkloristico dello scorso anno, davanti a una giornalista con un microfono. Diversi utenti si erano detti pronti a scommettere che fossero proprio loro. Ma sono stati presto smentiti: neppure l’età combacerebbe. Dal giorno della loro scomparsa, il 30 gennaio 2011, diverse sono state le piste investigative, le ipotesi avanzate. (Continua a leggere dopo la foto)

Ogni volta sembrava di essere vicini alla svolta. Immaginiamo lo stato d’animo di Irina Lucidi, la mamma, puntualmente ‘sballottato’ da una o un’altra telefonata o suggestione di polizia e inquirenti. Morte, abbandonate, vendute in un campo rom, portate all’estero ma, puntualmente, nessun riscontro certo. E il dubbio infame resta. Ma come si sopravvive a tutto questo dolore? In una intervista al Corriere della Sera, Irina ha raccontato la sua ‘nuova vita’, caratterizzata da una reazione eccezionale, frutto proprio di quella disperazione. (Continua a leggere dopo la foto)

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Ai tempi della scomparsa lei aveva un buon impiego in Svizzera, nell’ufficio legale della Philip Morris. “Ho provato a tornare al lavoro ma è durata poche settimane, non tornerò mai più a quel lavoro”, ha sottolineato. Evidentemente, dentro di sé aveva bisogno di uno scossone che desse un senso alla sua vita mutilata dalla scomparsa di Alessia e Livia.

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