Sindacati di polizia sul piede di guerra per la scelta di nominare Adriano Sofri consulente del ministero della Giustizia per gli ‘stati generali’ delle carceri che riformeranno il sistema penitenziario italiano. Una decisione, quella presa da via Arenula, di chiamare al tavolo tecnico l’ex leader di Lotta continua che ha da tempo finito di scontare 22 anni di carcere per il coinvolgimento nell’omicidio del commissario di Polizia Luigi Calabresi, che ha fatto indignare i sindacati della polizia e della penitenziaria. Che, interpellati dall’Adnkronos, chiedono di rivedere la nomina di Sofri.
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A lanciare l’allarme è il Sappe, che parla di “scelta inspiegabile fatta per cercare una sua riabilitazione politica”, mentre secondo il
Coisp la “folle decisione di coinvolgere individui dal tale passato, senza alcuna competenza specifica, è stata presa solo per attirare l’attenzione”. Sulla stessa linea la Consap che bolla la scelta come “vergognosa” e annuncia di aver lanciato una petizione on line “per chiedere al Capo dello Stato di evitare questo schiaffo alla memoria del commissario Calabresi”.
“Che una persona condannata, anche se ha espiato la sua pena, sia chiamata oggi a riscrivere le regole del sistema è un assurdità tutta italiana”, rileva Giorgio Innocenzi, segretario della Consap (Confederazione Sindacale Autonoma di Polizia). La nomina di Sofri,
continua, “vorrebbe dire che il coinvolgimento nella morte di un servitore dello Stato, come era Calabresi, non lascia traccia e ci si
può andare ad occupare dei massimi sistemi tranquillamente. Per chi, come noi, tiene vivo il ricordo del commissario Calabresi, non si può accettare una cosa oltraggiosa come questa: per questo abbiamo lanciato una petizione on line con raccolta firme per chiedere al Capo dello Stato di evitare questo ennesimo schiaffo al sistema giudiziario”.
Polemico sulla scelta di Adriano Sofri come consulente anche il segretario del Sappe (Sindacato Autonomo di Polizia Penitenziaria): “Ora basta! Che senso può avere coinvolgere Adriano Sofri in un tavolo tecnico composto di autorevolissimi magistrati ed esperti del sistema carcerario? Forse per riabilitarlo politicamente?”.
“Si chiama ad un tavolo tecnico – continua Capece – un ex detenuto che ha scontato una pena perché ritenuto il mandante dell’omicidio proprio di un appartenente ad un corpo di polizia: è una cosa che ci ha fatto letteralmente cadere dalla sedia!”. Assurdo pensare, spiega Capece, che “solo perché uno è stato in carcere ne diventi il massimo esperto: la verità è che non può apportare nessun contributo di rilievo alla discussione. Con questa scelta piuttosto, gli italiani onesti e con la fedina penale immacolata, pagheranno con le loro tasse le trasferte, i pasti ed i gettoni di presenza a Sofri. Si riveda questo nominativo – conclude – perché noi sindacati saremo sul piede di guerra”.
A parlare invece di scelta fatta solo “per attirare l’attenzione” è Franco Maccari, segretario del Coisp (Coordinamento per l’Indipendenza Sindacale delle forze di Polizia): “Si verificherà sempre la solita storia – spiega Maccari – si cerca di suscitare l’indignazione di mezzo Paese con l’altra metà che invece correrà in suo soccorso. Siamo ormai alla follia: si usano, per scopi così importanti, personaggi con un tale passato, che hanno frequentato il carcere come detenuti e che non hanno competenze specifiche di alcun tipo. È un intellettuale? Ridicolo! Si tratta di un titolo che che non vale nulla. Conferito poi
da chi? Se lui è un intellettuale, allora lo sono anch’io. Tutta questa faccenda è disgustosa, il Paese è ormai in preda alla completa follia!”.
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Caffeina news by AdnKronos