Emanuela Orlandi è uno dei nomi più noti e controversi della cronaca italiana. La giovane, cittadina vaticana e figlia di un dipendente della Prefettura della Casa Pontificia, scomparve il 22 giugno 1983, quando aveva solo 15 anni, lasciandosi alle spalle un mistero mai risolto che continua a generare interesse e ipotesi. Quel giorno, Emanuela uscì di casa per recarsi a una lezione di musica nel centro di Roma, ma non fece mai ritorno. Le ricerche partirono immediatamente, ma ben presto si rivelarono complesse e ricche di zone d’ombra.
Nel corso dei decenni, sono emerse numerose piste, teorie e presunti avvistamenti, toccando vari ambiti: dalla criminalità organizzata alla politica, fino a possibili legami con Mehmet Ali Ağca, l’uomo che nel 1981 tentò di assassinare Papa Giovanni Paolo II, ma anche legami con la criminalità organizzata della Banda della Magliana e un intrigo interno al Vaticano.
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Emanuela Orlandi, trovato vuoto il dossier sulla scomparsa
Negli ultimi giorni è emersa una scoperta sconvolgente: il fascicolo riguardante la scomparsa di una ragazza quindicenne, avvenuta il 22 giugno 1983, è stato trovato completamente vuoto, sono scomparsi i documenti nell’Archivio di Stato. Dell’intero contenuto rimangono solo la copertina e un elenco che funge da indice dei documenti originariamente presenti. A rendere nota questa vicenda è stato il senatore Andrea De Priamo, presidente della Commissione d’inchiesta sui casi di Mirella Gregori ed Emanuela Orlandi.
“Sono intervenuto personalmente e ho preso atto che nell’Archivio centrale dello Stato è stata riversata della documentazione attinente al caso Orlandi, ma questo fascicolo è vuoto. Riuniremo l’Ufficio di presidenza della Commissione per valutare i passi opportuni per ritrovare questa documentazione e verificare i contenuti. Ringrazio la dottoressa Simona Greco, responsabile della Sala Raccolte speciali, per averci spiegato l’iter di questo versamento avvenuto da parte del ministero dell’Interno nel 2017”, ha dichiarato il senatore.
Secondo quanto ricostruito da Simona Greco, funzionaria e responsabile della Sala Raccolte speciali dell’Archivio, il fascicolo era stato trasferito nel 2017 dal Ministero dell’Interno all’Archivio centrale, in seguito alla direttiva Renzi che aveva disposto la desecretazione di documenti relativi a stragi. Il dossier era stato inserito in un lotto di documentazione proveniente dalla Direzione centrale della polizia di prevenzione del Ministero dell’Interno. Il fascicolo risale al 1996, quando venne rinvenuto nel corso di ricerche legate alla strage di piazza della Loggia, in un deposito decentrato del Ministero dell’Interno.