Giuseppe Franco, 31 anni, originario di Cassano allo Ionio, 27mila anime in provincia di Cosenza, in servizio presso l’Arsenale della Marina. È lui il presunto stupratore della 16enne violentata a Roma, al quartiere Prati. Incastrato dai video delle telecamere di sorveglianza della zona e da quella bicicletta legata al palo. Bici che il fratello da cui era ospite non avrebbe dovuto riportare a casa, come hanno sentito i vicini di casa mentre i due, dopo che lo stupro si era consumato nel parco, discutevano con toni accesi.
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Coi fratelli, Franco e Mario, era una ripicca continua, anche solo per dimostrare chi fosse più in gamba, un gioco insomma. Ma chi è Giuseppe Franco? Un fissato della disciplina, ecco perché si era arruolato in Marina. Taglio di capelli curato e timbro della voce sicuro, non gli serve una casa, gli bastano gli attrezzi della palestra. Se non l’avessero beccato ora starebbe a Taranto, imbarcato su uno dei gioielli della Marina Militare. Era infatti atteso nella città pugliese nella giornata di ieri dove avrebbe dovuto assumere un altro incarico. Di stanza a La Spezia quando, alla fine di gennaio, si è ammalato e pochi giorni dopo la sua imbarcazione, la fregata Grecale, è salpata per una lunga missione: cinque mesi contro i pirati del Corno d’Africa.
Franco ha conquistato anche un piccolo grado, è vicecapo in seconda e ha subito acquisito con il suo ruolo, sa bene come s’impartisce un ordine, anche se, più che altro, la sua somiglia più a un’intimidazione: ”Se dici una parola su quello che è successo, io vengo e ti faccio arrestare. Ti è chiaro?”. Così ha detto alla sua vittima di lunedì notte. Sicuro di sé al punto che quando entra nell’auto della squadra mobile la sua espressione è quieta ma non strafottente, tranquilla ma non dà l’idea di chi è pronto alla sfida. Si dice che abbia una forte passione del rischio Giuseppe, magari calcolato. E infatti non si esclude che ci possano esser state altre notti come quella del 29 giugno scorso e quindi altre vittime oltre alla 16enne.
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