“Non siamo un’agenzia pubblicitaria, siamo un’enciclopedia”. Katherine Maher, direttore comunicazione della Wikipedia Foundation, ha spiegato così la nuova regola introdotta dall’enciclopedia online per eccellenza.
Quanti creano o modificano le voci ora devono dichiarare se lo fanno a pagamento, anche indicando chi li foraggia. Agli utenti registrati si chiede di inserire quest’informazione nel profilo, a quelli occasionali di specificarlo di volta in volta.
Si tenta insomma un’operazione trasparenza, per palesare conflitti di interessi ed evitare che aziende, agenzie di pubbliche relazioni e uffici stampa addomestichino informazioni di soppiatto o inseriscano promozioni occulte.
Ottime le intenzioni, chissà i risultati. Un’universo che si regge sul volontariato chiede a chi volontario non è di rispettare le sue regole, ma quanti scommetterebbero sulla buona volontà dei professionisti della comunicazione?