Una spilla da balia sulla giacca, sulla camicia o sul vestito. È la nuova protesta che si sta scatenando in questi giorni. Probabilmente non ne siete ancora a conoscenza perché da noi, in Italia, non ha ancora preso piede ma nelle ultime ore sui social è un continuo proliferare di queste immagini: donne e uomini di ogni età e razza con una spilla attaccata sui loro vestiti. Una specie di movimento, si legge sull’Huffington Post, che ha uno scopo preciso: manifestare solidarietà a chiunque si senta spavento da ciò che succederà negli Stati Uniti nei prossimi tempi a seguito dell’elezione di Donald Trump. Il risveglio post presidenziali, d’altronde, ha traumatizzato tutti quei gruppi e categorie di persone prese di mira nel corso della lunga campagna elettorale del tycoon. Quindi donne, afroamericani e musulmani perché Trump dichiarò di voler espellere tutti i musulmani dagli Stati Uniti e ha fatto commenti sessisti sulle donne e razzisti sulle persone di colore. Ed ecco il perché di questa nuova protesta. (Continua a leggere dopo la foto)

Un simbolo semplice, come una banalissima spilla di balia, che sempre più americani stanno indossando sui loro abiti per poi postare il messaggio di solidarietà sui propri canali social con l’hashtag #safetypin. Negli ultimi giorni, in effetti, sempre sui social, tutto il Paese sta condividendo storie di violenza e odio. Per esempio sono apparse scritte razziste per tutto lo stato e si sono moltiplicati i casi di molestie contro le minoranze. Succede tutto all’alba dell’elezione di Donald Trump a 45esimo presidente degli Stati Uniti. Anche per questo dopo la vittoria di Donald Trump.
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E a giudicare dalla quantità di post e foto apparse sui principali canali social, il movimento che nasce da un piccolo gesto come quello del #safetypin, un’idea ispirata a quanto avvenne dopo la Brexit in Gran Bretagna, sta avendo un grande seguito. Gli americani, infatti, stanno condividendo in continuazione selfie dichiarando se stessi come “safe places”, zone sicure, e mostrano supporto alle donne, alle persone di colore e a tutti quei gruppi marginalizzati.
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