Troppe bufale sulla Rete. Inevitabile, come è difficile evitare di incappare in notizie false nella realtà. Facebook, però, ci sta provando perché anche il social è diventato un grande strumento di diffusione di ogni sorta di bufala. Poi la viralità ci mette il resto e il piatto falso è servito. Da qualche giorno, tra le opzioni per motivare la segnalazione di un post indesiderato se ne è aggiunta, silenziosamente, una che consente di nascondere le “notizie false”. L’espressione – come sottolinea Fabio Chiusi su Repubblica – è insieme precisa e vaga, e il social network ne fornisce esempi non risolutivi: “una notizia deliberatamente falsa”, si legge, o “una truffa smascherata da una fonte affidabile”. Non esattamente lo stesso, e in ogni caso resta da capire cosa significhi “smascherata”, e cosa “una fonte affidabile”; soprattutto, chi lo valuti e secondo quali criteri. E interpellato proprio da Repubblica, un portavoce di Facebook Italia risponde che quella per rimuovere le “notizie false” è una opzione in fase di sperimentazione. “Segnalare storie che non si desidera vedere”, scrive ancora Facebook Italia, “aiuta il News Feed a fare un lavoro migliore per mostrare contenuti più rilevanti in futuro”.
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Insomma, non pare un meccanismo in grado di purificare il social dalle bufale. E lo stesso Chiusi – che in fatto di Rete sa il fatto suo – lo spiega così: “La ratio, insomma, è la stessa di sempre: massimizzare l’esposizione a ciò che ci piace, e minimizzare quella a ciò che non ci piace; solo a questo modo gli utenti aumenteranno tempo trascorso sul sito e interazioni, con la speranza – questo l’obiettivo – che prima o poi clicchino su contenuti pubblicitari, o quantomeno producano informazioni utili a crearne di nuovi sempre più mirati ed efficaci”. Ma, soprattutto, c’è un problema di fondo: cosa è falso e cosa no, chi lo decide?