Nello studio di Verissimo, in onda su Canale 5, è andata in scena un’intervista che ha commosso pubblico e conduttrice. Silvia Toffanin ha accolto tre donne appartenenti a una delle famiglie più note del panorama musicale italiano: Cristel, Romina e Jasmine, figlie di Albano Carrisi. Un incontro che ha messo in luce non solo la complicità tra sorelle, ma anche il coraggio di raccontare un dolore profondo. Al centro della scena, la voce rotta dall’emozione di Romina Carrisi, secondogenita di Al Bano e Romina Power, che ha condiviso per la prima volta pubblicamente il suo lungo e complesso percorso con la depressione.
Durante l’intervista, le tre sorelle hanno parlato con sincerità del loro rapporto familiare, sottolineando quanto il legame che le unisce sia diventato solido e autentico nel tempo. “So che su di loro posso sempre contare, non ho alcun dubbio”, ha dichiarato Jasmine con un sorriso affettuoso rivolto alle sorelle. Parole che hanno trovato eco in un clima di tenerezza e vicinanza, nonostante un passato fatto anche di incomprensioni. Romina ha raccontato con delicatezza il difficile rapporto iniziale con Jasmine, spiegando quanto fosse difficile accettare il senso di imitazione che percepiva da parte della sorella più giovane. “Poi ci siamo capite”, ha aggiunto, “e devo dire che essere la sorella maggiore non è affatto facile. Ci siamo ritrovate e ci vogliamo bene”.
Leggi anche: “Lei incinta…”. Helena, esplode la bomba-gravidanza e ora Javier rompe il silenzio

Romina Carrisi, la confessione: “Ci sono nata”
Ma è proprio Romina, 37 anni, a sorprendere con una confessione tanto intima quanto coraggiosa. Ha rivelato di convivere da sempre con la depressione, una condizione che le è stata diagnosticata solo nel 2020. “Io ci sono nata con questa malattia”, ha dichiarato, “la mia iper-sensibilità o il fatto che piangessi tanto era dovuto alla depressione. Attraverso la psicoanalisi e i farmaci la mia vita è migliorata tantissimo”.
Ha poi raccontato con lucidità il susseguirsi di giornate segnate da sbalzi d’umore estremi, dalla rabbia alla gioia incontrollata, da una stanchezza profonda all’incapacità di affrontare anche le attività più semplici. “Alcune mattine non volevo uscire dal letto o avrei voluto rimanere sempre in camera mia”, ha confidato, lasciando trasparire quanto la malattia l’avesse condizionata per anni.

Le sue parole hanno lasciato di sasso anche la conduttrice, visibilmente toccata. Ma è stato proprio in quella fragilità esposta senza filtri che Romina ha trovato la forza di raccontare anche il percorso verso la guarigione. “Ora sto molto meglio”, ha detto, “perché anche se i momenti di down capitano, so come affrontarli. In passato ero arrabbiata con la qualità della mia vita perché non riuscivo a trovare la mia dimensione”. Un’ammissione sincera che ha acceso i riflettori su un tema spesso ancora tabù, quello della salute mentale, dando voce a chi, come lei, ha vissuto e vive il dramma della depressione in silenzio.


L’intervista si è chiusa con una riflessione toccante sul ruolo della verità nelle relazioni familiari. “Secondo me, dire la verità è importante perché la verità ti libera”, ha sottolineato Romina, trovando l’approvazione delle sorelle. Un pensiero che, in poche parole, ha racchiuso l’essenza di questo incontro: tre donne diverse, cresciute in contesti affettivi complessi, che oggi scelgono di raccontarsi senza maschere. Tra sorrisi, lacrime e abbracci, la loro testimonianza è diventata un esempio di forza, solidarietà e amore, capace di commuovere e ispirare.