l Gup di Roma ha emesso una sentenza di condanna per Lucrezia Selassiè, accusata di stalking nei confronti di Manuel Bortuzzo. L’ex concorrente del Grande Fratello Vip è stata condannata a un anno e otto mesi di reclusione, con pena sospesa, dopo il processo con rito abbreviato. Secondo l’accusa, Lulù Selassiè avrebbe perseguitato l’ex fidanzato Manuel Bortuzzo dopo la fine della loro relazione, iniziata all’interno del reality show condotto da Alfonso Signorini e avrebbe messo in atto comportamenti aggressivi e intimidatori nei confronti del nuotatore, arrivando anche a minacciarlo di morte.
Il capo d’imputazione sottolinea che i comportamenti di Lulù Selassiè avrebbero causato a Manuel Bortuzzo un profondo stato di ansia, paura e preoccupazione per la propria sicurezza. Le sue azioni avrebbero costretto l’atleta a modificare completamente la sua vita quotidiana, al punto da dover bloccare la ragazza e rinunciare a vivere liberamente, impedendogli anche di intraprendere nuove relazioni.
Lulù Selassié condannata per i fatti ai danni di Manuel Bortuzzo
Lulù Selassié condannata per stalking su Manuel Bortuzzo, l’ex GF Vip rompe il silenzio
In seguito alla condanna, Lucrezia Selassiè ha deciso di rompere il silenzio e condividere il suo punto di vista sui social. “Per troppo tempo ho scelto il silenzio. Ho protetto con discrezione il dolore di essere stata nascosta in una relazione durata tre anni e poi tradita dalla persona che più amavo. Tradita nella fiducia, nella privacy, nella comunicazione e nelle promesse che ci eravamo fatti. Ho sopportato, per amore, il peso di calunnie non solo dal mio partner, ma anche da chi ha saputo manipolare la realtà, costruendo menzogne ai miei danni”, ha scritto sulle Instagram story.
Proseguendo il suo sfogo, l’ex GF Vip ha continuato: “Ho vissuto giorni in cui la tristezza era così opprimente da togliermi il respiro, in cui il senso di esaurimento mi lasciava inerme, in cui non vedevo più alcun colore nel mondo intorno a me. […] Il dolore mi ha piegata, mi ha messa in ginocchio, mi ha fatto sentire fragile, piccola, persa”.
Lulù Selassiè ha concluso scrivendo: “Voglio ricordare, nel massimo rispetto degli organi giudicanti, che quella che emerge da un’aula di giustizia è la VERITÀ PROCESSUALE. Nel momento in cui accadono episodi simili, la verità assoluta è in mano solo ai protagonisti degli episodi stessi. Da questo punto di vista io sono più che a posto con la mia coscienza e questa notte andrò a dormire tranquilla”.
