Al mondo di casi come il suo ne esistono soltanto 7. Lei, Joanne O’Riordan, è completamente priva di arti: non ha le braccia, né le gambe eppure, nonostante la sua terribile condizione, non ha perso la voglia di sorridere. La giovane, 20 anni, è afflitta dalla cosiddetta sindrome Tetra-amelia, una gravissima malformazione genetica molto rara, ma continua a battersi per i diritti dei disabili. Sulle pagine del Daily Mail si è lasciata andare a una lunga confessione, nella quale ha spiegato: “Un figlio? Lo terrei anche se sapessi che nascerebbe malato. Certo, è giusto che sia ogni singola madre a decidere nel pieno delle sue facoltà. Ma quando si pensa a un bambino in queste condizioni si guarda sempre agli aspetti negativi, alle difficoltà che potrebbe incontrare, ai problemi. Mai al fatto che avrebbe comunque l’occasione di vivere una bella vita, piena di gioia ed entusiasmo”.
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“Alle volte purtroppo – continua Joanne sulle pagine della testata inglese – i medici pensano soltanto agli scenari peggiori, compresa la possibilità che il neonato possa non sopravvivere. Finiscono per convincere i genitori che forse interrompere la gravidanza sia la cosa migliore per tutti, ma non è così”.
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“La mia vita? – conclude – è chiaro che senza gli arti non posso dire di essere stata uguale ai miei coetanei. Ma quando arrivavo a fine giornata, come tutti, ero una bambina che amava i suoi genitori, che voleva essere coccolata e accudita. Nient’altro”.