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“Mi resta una settimana da vivere”, scrive questo post su Facebook e, dopo 7 giorni, muore per davvero. Così la triste storia di Massimo diventa un caso nazionale. “Cosa faremo senza di lui?”, il dolore corre sul web. Come sono andate le cose

  • Gossip

“One week”, “una settimana”. A scriverlo sulla sua bacheca Facebook lo scorso 27 settembre, alle 13.41, Massimo Pin, un ragazzo malato di cancro da circa 4 anni. Quel “one week” era il tempo che gli rimaneva da vivere, minuti infami prima della morte. Sotto al post, una miriade di commenti di amici e conoscenti, incoraggiamenti e anche qualche richiesta di chiarimenti: cosa succederà? Ebbene, mercoledì pomeriggio, esattamente alle 15.25, Massimo è morto di un male che non gli ha lasciato scampo, un tumore che nel giro di quattro anni lo ha sconfitto nonostante la sua voglia di vivere. E sulla bacheca del social network è iniziato il triste rito del commiato 2.0, con gli amici costretti a salutarlo per sempre dopo che lui stesso aveva previsto la data della sua morte. Massimo, 41 anni compiuti lo scorso dicembre, era molto noto nell’ambiente musicale e del design di interni, sia a livello provinciale che regionale.

La sua grande passione era però la musica. Chitarrista dotato, nel corso della sua carriera aveva suonato e collaborato con moltissimi musicisti, dai cantautori alle band. I compagni del suo ultimo progetto musicale, i D-Namika Power Quartet, non si danno pace per la sua perdita: da tempo stavano lavorando nella sala prove di Castelfranco per questa nuova esperienza. “Senza di lui, cosa faremo?”, si chiedono.

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Ma non c’era solo musica nella sua vita. Il suo lavoro era quello dell’arredatore di interni. Una professione nella quale univa il suo amore per il design e l’architettura con la creatività, sempre innovativa e spettacolare. Uno dei suoi ultimi lavori, tra una chemioterapia e l’altra, è stato realizzare gli interni di un pub a Quinto, l’Outsider, noto per i live.

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Ma tutta la sua energia, tutta la sua passione non sono stati sufficienti a fermare quel male contro il quale ha combattuto con tutte le armi che poteva avere: gli ospedali, le cure alternative, l’amore dei suoi amici e parenti. Alla fine, due settimane fa, aveva deciso di lasciare l’ospedale e di tornare a casa, quella casa a Treviso dove viveva da dicembre 2012 con la compagna, Veronica, 39enne segretaria in uno studio legale.

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Lo piangono anche la madre Renata, commessa prossima alla pensione, e la sorella Paola, che in Lussemburgo gestisce una caffetteria. I funerali probabilmente saranno celebrati entro il fine settimana a Treviso. “Ha lottato come poteva, il suo lavoro e la musica gli hanno dato forza a lungo, ma alla fine quel male ingiusto lo ha sopraffatto. Ci mancherai, caro Massimo”. Questo l’addio della compagna Veronica. Addio Massimo.

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