Marco Carta, il cantante accusato insieme a un’amica del furto di alcune magliette alla Rinascente di Milano, ha chiesto di essere processato con il rito abbreviato. L’istanza è stata presentata nella prima udienza del processo, venerdì 20 settembre, è condizionata all’acquisizione delle immagini delle telecamere di sicurezza del centro commerciale, come spiega il suo legale, l’avvocato Simone Ciro Giordano.
Domenica 22 settembre Marco Carta è stato ospite di ”Live – Non è la D’Urso” e ha parlato del suo arresto e del rapporto con Fabiana Muscas, l’amica e infermiera che si trovava insieme a lui all’interno della Rinascente di Milano quando erano scattate le manette. “Questa donna mi ha salvato la vita”, ha risposto il cantante durante il gioco delle cinque sfere, a Vladimir Luxuria che gli ha dato del ‘pirla’ per non aver preso le distanze dall’amica che avrebbe rubato in sua presenza all’interno dello store milanese. (Continua a leggere dopo la foto)
“Anni fa ho rischiato la vita e lei era lì a curarmi – spiega Carta che aggiunge – cos’è un bo***a, una, due, tre magliette rispetto alla mia vita?”. Il cantante giustifica così la vicinanza alla 52enne e il fatto che il loro rapporto non risulta incrinato dopo le accuse di furto. Nel frattempo la giustizia è andata avanti e si è tenuta la prima udienza del processo che lo vede imputato per furto aggravato. (Continua a leggere dopo la foto)
L’artista non si è presentato, ma a parlare sono stati i suoi legali che hanno svelato il contenuto degli ormai famosi filmati di cui Carta aveva parlato spesso. Le telecamere interne della Rinascente infatti hanno ripreso quanto accadeva nel negozio, immortalando anche i movimenti di Marco e dell’amica Fabiana Muscas. Per questo potrebbero rivelarsi fondamentali e rappresentare una svolta nel processo. (Continua a leggere dopo la foto)
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I filmati sono già stati visionati e i legali del cantante hanno svelato cosa contengono. “Da quei video si vede che Carta non ha commesso alcun reato – hanno spiegato al Mattino – . Lui è agitato perché non ha mai visto un’aula di un tribunale in vita sua anche se è sicuro della sua innocenza. […] Non è venuto perché questa vicenda gli ha causato molti problemi, per lui è stato un incubo, uno tsunami, come per tutti quelli che vengono coinvolti in vicende giudiziarie”.
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