Non basta essere vip per sfuggire alla malasanità. È quello che è successo a Gabriella Labate, showgirl e moglie del cantante Raf, che ha rischiato di perdere un polmone dopo un’anestesia sbagliata. È stato il cantante, ospite a Domenica Live, a raccontare il calvario della moglie, che già lo scorso aprile aveva rivelato come erano andare le cose. Tutto è iniziato dopo una caduta avvenuta negli Stati Uniti, dove si trovava con il marito: è bastato uno sgambetto per farla sbattere contro un palo di ferro che le ha provocato il distacco della retina e un trauma cranico.
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A quel punto la donna si è recata in una clinica. “Ricordo che mi hanno portato nella sala pre-operatora”, aveva spiegato nel salotto di Canale 5 -. “L’anestesista prende un ago e con la sondina mandava impulsi elettrici al nervo che si doveva addormentare”.
“Entra con quest’ago e io sento una scossa fortissima al centro del petto. Lo dico subito. Lei mi trattava in maniera arrogante e poco gradevole. Sei lì e ti devi affidare. Tira fuori l’ago, lo rimette dentro e sento una seconda scossa fortissima al centro del petto. Cominciava ad essere sempre più maleducata. Poi trova il nervo, inietta l’anestesia e se ne va. Dopo tre minuti inizio a sentire come una pressa che mi schiacciava il petto e comincio a preoccuparmi e chiedere aiuto. Chiamavo il nome della dottoressa e non mi rispondeva. Sentivo che armeggiavano dietro di me insieme a una sua assistente. A quel punto ho iniziato ad urlare, a chiedere disperatamente aiuto perché respiravo male. Quando inizio ad urlare anche il nome del chirurgo non mi filava nessuno. E sento l’anestesista dire Sedala altrimenti questa rompe i coglioni per tutto l’intervento”.
“Cosa posso dire? – ha detto Raf durante l’intervista di Barbara D’Urso – Io quel momento l’ho vissuto in maniera drammatica, ci sono momenti in cui ho pensato davvero di dover perdere Gabriella. Ringrazio pubblicamente il medico che l’ha salvata. Ancora adesso, Gabriella subisce dei notevoli problemi sia fisici che psicologici, a seguito di ciò. Ci conosci, non abbiamo la tendenza a rendere pubbliche certe cose. Lei però ha voluto rendere pubblica questa storia perché spera – come tutti noi – che ci siano dei provvedimenti su queste persone. È venuto a mancare proprio l’ascolto del paziente”.
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