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“Facebook sa tutto di te”. Esagerazione? Ecco uno strumento utile per rendersi conto che, in effetti, il social “ci scheda”. Basta un clic per sapere quanto conosce di ognuno di noi

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Quanto sa di noi Facebook? A dire degli esperti, tanto, molto, forse troppo. Di chi è la colpa? Di certo colpa nostra e di tutti quei click su argomenti che solleticano la nostra attenzione. Attenti a quei like, verrebbe da dire. Sì, perché grazie a loro Facebook è in grado di predire la nostra personalità meglio di chiunque altro: persino di parenti, fidanzati, amici e colleghi. Siete dubbiosi? Ebbene, a sostenerlo sono i ricercatori del centro di psicometria dell’Università di Cambridge. E per provare la loro tesi hanno messo a punto un software rivelatorio sulla capacità che Mark Zuckerberg ha di profilarci. Il tutto attraverso l’analisi algoritmica dei nostri cosiddetti “mi piace” che vengono comparati a quelli di sei milioni di persone, usate come campione. Così basta accedere ad Apply Magic Sauce con le stesse credenziali che usiamo per entrare sul social network. E ottenere istantaneamente i risultati. Si va dalla nostra età psicologica alla nostra fede politica o religiosa, passando per l’educazione, l’orientamento sessuale e il grado di soddisfazione personale.

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Così come l’attitudine a lavorare in gruppo, o alla riflessione, e il nostro grado di competitività. A venir fuori è, insomma, un quadro generale della nostra personalità. Più azzeccato in certi ambiti, come le simpatie elettorali dove i “like” sono più affidabili, e meno in altri: sesso e situazione sentimentale. “Fornendo agli utenti questi dati abbastanza innocui, vogliamo mostrare le previsioni che Facebook riesce a fare su di loro”, ha detto in un’intervista rilasciata al Daily Mail David Stillwell che ha curato il progetto. “Una delle sfide che ci pone la nostra moderna vita online riguarda il fatto che i dati su di noi sono collezionati. E i pronostici fatti. Ma non abbiamo mai l’opportunità di vedere che cosa fa Facebook dietro le quinte”. E’ pur vero che tanti di noi mettono un sacco di mi piace “farlocchi”, ma tanti altri invece no, certi del fatto che quelle informazioni rimangano criptate. Ma se abbiamo imparato qualcosa dallo scandalo di Edward Snowden, l’ex agente Cia che ha divulgato informazioni stucchevoli riguardo a quanto i governi e le multinazionali ci osservino per le loro “indagini di mercato”, allora faremmo meglio a stare attenti ad essere così “sinceri” al cospetto di sua maestà, il social network.

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