Dopo lo scandalo dell’esperimento segreto sugli utenti, Facebook ha dato nuove linee guida ai ricercatori su come effettuare questo tipo di test. La polemica. Facebook e i ricercatori della Cornell University e della University della California si erano uniti per un fine comune: studiare il contagio emozionale dei post sul social network. Uno studio che aveva coinvolto circa 700 mila utenti, tester dell’analisi condotta dai tre soggetti. L’obiettivo era capire quanto e come i messaggi postati sulla piattaforma possano contagiare le reali emozioni degli iscritti, portando a modificare il loro comportamento nella vita reale.
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“Sebbene l’oggetto della ricerca fosse importante a fini scientifici, – ha dichiarato Mike Schroepfer, Chief Technology Officer di Facebook – la reazione degli utenti una volta che il documento è stato pubblicato ci ha colti impreparati. Abbiamo tenuto presente ogni commento e critica. È chiaro che avremmo dovuto fare alcune cose in maniera differente”.
Facebook negli ultimi 3 mesi si è quindi impegnato a fornire ai ricerche nuove linee guida su come effettuare questo tipo di test e ha creato un gruppo interno che vigilerà su ogni progetto. Il social network ha comunque sottolineato che nessun autorità esterna potrà controllare i test e che i comportamenti degli utenti saranno ancora monitorati a scopi scientifici.
Nonostante questa precisazione tutti sanno che questi esperimenti hanno anche un risvolto commerciale, in particolare per quanto riguardo la pubblicità, e la conferma arriva dallo stesso social network. “Crediamo fermamente nella ricerca, perché ci aiuta a costruire un Facebook migliore – ha continuato Schroepfer – Come molte aziende moderne, i nostri prodotti sono basati su ricerche, sperimentazioni e test”.