Non è una che le manda a dire e neanche stavolta è così. Del resto, con una vita come la sua, restare immobile è quasi impossibile. Prima la malattia diagnostica in età giovanile, poi la storia con Stefano De Martino finita in malo modo con tutte le conseguenze del caso, quindi una sfilza di haters che la metà sarebbe bastata per atterrire l’animo di chiunque, ma non il suo che nel dna ha inciso le formule del guerriero.“Ho imparato a gestire il modo di rispondere e a non accusare in maniera troppo personale i colpi che ricevo – dice – Sono più distaccata da tutto il resto e tutto questo l’ho messo nel disco”. Di paura, del resto, Emma ne ha solo una: quella che il male che rischiava di spezzarle la vita torni a visitarla in un futuro non troppo lontano togliendole quello che ha di più caro, la musica. Musica che cresce, musica che piace e che trova un nuovo epilogo nell’album Essere qui uscito per Universal. Un disco definito dai critici, maturo: la ragazza di un tempo adesso è donna e non ha paura di guardarsi dentro e di rispondere a tono a chi la attacca senza motivo. (Continua dopo la foto)
Una parolina agli odiatori la dice nel pezzo Malelingue: “È un tema che non riguarda solo me, ma tantissime ragazze e ragazzi. Sono una che si è battuta per i temi sociali. Ci ho messo sempre la faccia”. Su Emma, del resto, si scatenano spesso gossip e polemiche. Ma lei risponde: “Non me ne frega niente. Se fossi lesbica, l’avrei già detto. Vivrei la mia storia mano nella mano con la mia compagna. Se avessi un fidanzato, degli amanti, non lo nasconderei. Mi hanno affibbiato flirt con chiunque, dal mio promoter a Maria De Filippi. Probabilmente dà molto sui nervi il mio essere tanto forte: più lo sei, più cercano di buttarti giù. Se avessi dovuto dar retta a tutte le persone che dal primo giorno hanno parlato male di me, avrei probabilmente perso la strada e smesso di fare questo lavoro nel giro di sei mesi”. (Continua dopo le foto)
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Emma, comunque, è consapevole che “le polemiche, le critiche fanno parte del gioco. Ci sono cose più importanti. Ho imparato a dare retta alle cose positive, alle 100 persone che vivono della mia musica, non alle 10 a cui non piace”. Un motivo per andare avanti. Un motivo per essere orgogliosa di quello che è. Un insegnamento da seguire per non cadere vittima del piagnisteo e dell’autocommiserazione.
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