L’amore, la carriera e il tumore che ha sconfitto. Emma Marrone si racconta a Sette del Corriere della Sera. ”Il Male, come lo chiamo io, – spiega – è un pensiero che ti rimane. Ogni anno devo sottopormi alle visite di controllo, prima ogni tre mesi, poi ogni sei mesi. Il pensiero che si riformi c’è sempre: e infatti è tornato, mi sono dovuta rioperare due anni fa. La parola ‘cancro’ mi dà fastidio. Quando sono arrabbiata dico ‘sta m*rda’. Ti fa capire che nella vita niente è dovuto, niente è scontato. Ora sono una che vive di attimi. Ho imparato a non negarmi le cose che mi fanno stare bene. Da un giorno all’altro è un attimo… ”
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”Le cose cominciavano a girare, – racconta la cantante salentica ricordanto l’inizio della sua gavetta – un’agenzia del Nord ci aveva organizzato un minitour in vari locali, posti fighi. Ero pazza di gioia, pensavo vedi, così metto da parte un po’ di soldi e magari mi stabilisco al Nord. Però comincio a stare male e mi acchiappano questo male, questo cancro ovarico. Cominciano gli sbattimenti veri della vita. Ospedali, giù, che davano determinate sentenze, mio padre che è infermiere e non si accontentava, ‘andiamo a Roma dove mi hanno detto che c’è un centro in cui puoi salvare…’. E non si parte più per il tour. Lì ho pensato: questa vita non è per me. Faccio l’intervento a Roma, tutto si risolve con pochi danni”.
Emma, che da un mese e mezzo si è trasferita in una casa al centro di Roma, ha parlato anche del perché finisca puntualmente al centro del gossip:
”Non credo che dipenda da me. Di base, sono una persona discreta, faccio cose poco appariscenti. Non mi si paparazza mai — magari su un megayacht da 80 metri. L’altra settimana, sono andata a Capri, ma non con una barca privata: ho preso l’aliscafo da Napoli, come tutti. È che a volte mi sembra che ci sia quasi un’ossessione, nei miei confronti. (…) Ma io lo so: essendo una persona pubblica, è normale che vengano costruite delle notizie che tirano. So anche che questo aspetto fa parte del mio lavoro. Che non lo posso evitare, anche se cerco di difendermi. Però, anche se meno di prima, mi dà fastidio quando si ricade sullo stesso argomento. Quando si fanno i confronti con altre donne, con altre coppie… Ma, ragazzi, tante giovani hanno storie che magari fniscono dopo uno o due mesi… è la normalità della vita! Eppure se succede a me, sembra sempre il “caso italiano”. Sì, ho una storia in questo momento, potrebbe andare avanti così come potrebbe finire: siamo tutti sotto lo stesso cielo, no?”.
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