Solo in Italia ogni anno si spreca cibo pari a otto miliardi di euro. Segno di un consumismo tutto moderno, ma anche frutto dell’incapacità a utilizzare i “residui”. Talvolta si buttano via prodotti alimentare solo per la confezione lievemente danneggiata. Oggi, però, c’è il modo di “allungare la vita” degli alimenti di cui vogliamo disfarci, che riteniamo non più degni della nostra dispensa. Con la condivisione, il baratto e la creatività. La tecnologia arriva in nostro soccorso. Ecco alcune app.
Ratatouille, per esempio, è una app “svuota frigo” e dà la possibilità agli utenti registrati di mettere a disposizione il cibo in eccesso scambiandolo con altri utenti. L’applicazione è dedicata a piccole comunità come i condomini e permette anche di instaurare un clima di fiducia tra le persone.
C’è anche un’altra app tutta italiana, Ricette al contrario, che suggerisce utilizzando ciò che ci rimane in dispensa o in frigo, in modo tale da non buttare nulla.
Bring the food, invece, sviluppata dalla Fondazione Bruno Kessler di Trento con il Banco alimentare, ha sfondo sociale: chi ha cibo in eccedenza e non lo vuole buttarlo via può metterlo a disposizione di un ente caritatevole che assiste le persone indigenti del proprio territorio, sempre supervisionato dal Banco alimentare. Un’app adatta alla grande distribuzione, alla ristorazione e ai singoli per creare una vera e propria community per la condivisione alimentare.
Spazio anche al vecchio baratto con Zero relativo. In questo caso il riuso creativo tende a ridare vita a una forma di commercio antica ma che sta tornando in auge, complice le difficoltà economiche.
