Non si è parlato che di Gianluca Vacchi per tutta l’estate scorsa. È lui il personaggio del momento: il re del web con i suoi 5 milioni di follower su Instagram, l’asso dei balletti, in coppia con la bella fidanzata Giorgia e o da solo, il papà del tormentone Enjoy, che è anche il titolo della sua autobiografia. Divertiti. Questo è il mantra del tatuatissimo e stiloso mr Vacchi. Ma oltre a tutto questo è anche membro della famiglia fondatrice della società bolognese Ima, multinazionale del packaging quotata in Borsa e che, guidata dal cugino di Gianluca Alberto Vacchi (numero uno fino al 2018 di Confindustria Emilia e già in corsa alla presidenza nazionale) ha fatturato 1.109,5 milioni di euro nel 2015. Azienda che, grazie al successo mediatico di Vacchi, è salita alla ribalta ma che finora non era mai intervenuta. Finora, appunto.
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Il colosso mondiale nella progettazione e produzione di macchine automatiche per il confezionamento ha infatti deciso di diramare una nota per ”evitare disinformazioni sulla vita aziendale” alla luce dell’”interesse mediatico generato dall’attiva presenza del dottor Gianluca Vacchi nei social media e alla serie di considerazioni emerse sulla stampa in questi ultimi giorni”. La Ima, in sostanza, mette qualche puntino sulle ‘i’.
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L’azienda spiega che ”Gianluca è azionista di Ima ed è membro del cda, come più volte dichiarato dallo stesso”, specificando poi che Vacchi ”non ha deleghe e non si occupa direttamente della gestione aziendale”. Prosegue poi la nota: ”Vacchi ha svolto, per molti anni, l’attività di imprenditore al di fuori del contesto Ima, senza alcuna partecipazione attiva in questa azienda essendo soddisfatto degli andamenti complessivi e della gestione. Anche in questo caso, come da lui più volte dichiarato”.
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Poi il chiarimento finale: ”Per quanto riguarda la storia dell’azienda, Ima non è stata fondata dal padre di Gianluca Vacchi, come da lui dichiarato a smentita di informazioni scorrette. L’origine di Ima è stata legata, oltre mezzo secolo fa, alla volontà della famiglia Vacchi di investire i proventi di altre attività su alcuni progetti innovativi presentati loro da inventori e progettisti di grande spessore creativo e tecnologico. L’incontro tra visione aperta di imprenditori ed una solida base tecnologica – conclude la nota – ha dato, anche al mondo Ima, la possibilità di crescere su solide basi di ricerca ed innovazione”.
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