L’umanità ha bisogno di nuovi antibiotici e, con delle campagne di informazione globale, deve imparare a usare meglio quelli disponibili, evitando che vadano a rinforzare i batteri che vorrebbero eliminare. Altrimenti, entro il 2015, le infezioni resistenti ai farmaci uccideranno ogni anno 10 milioni di persone in più in tutto il mondo, più di quelle che oggi perdono la vita a causa del cancro. A delineare questa nuova terribile sfida è uno studio commissionato dal governo britannico all’economista Jim O’Neill, che ha stimato in 100 mila miliardi di dollari i costi di questo scenario. (continua dopo la foto)
La cifra è stratosferica, equivale ha sottolineato l’economista, a 35 anni di Pil britannico. Tra morti e malati, i batteri killer ridurranno la produzione mondiale tra il 2 e il 3,5 per cento facendosi sentire soprattutto in Paesi come la Russia, il Brasile, l’India, la Cina, il Messico, l’Indonesia, la Nigeria e la Turchia. “In Nigeria nel 2050 più di un decesso su quattro sarà attribuibile a infezioni resistenti ai farmaci, mentre l’India andrà incontro a due milioni di vittime ogni anno”. (continua dopo la foto)
Solo impianti di protesi articolari, tagli cesarei, chemioterapie e trapianti di organi, che sono alcuni dei trattamenti che utilizzano antibiotici per prevenire le infezioni, preservano la vita e la salute di persone in età lavorativa che contribuiscono al 3,5% del PIL mondiale. Cosa succederà quando quegli antibiotici non funzioneranno più? “Mettendo in evidenza gli enormi costi finanziari e umani che porterà la resistenza ai farmaci , questa ricerca sottolinea che non si tratta solo di un problema medico ma anche di tipo sociale ed economico” ha sottolineato Jeremy Farrar, direttore della Fondazione Scientifica Wellcome Trust.