Arriva oggi in discussione al Senato il disegno di legge delega per il contrasto alla povertà. Una norma che farà partire il Piano nazionale contro la povertà, che quest’anno potrà contare su risorse pari a 1,6 miliardi che diventeranno 1,8 miliardi negli anni successivi. Tra gli obiettivi, l’introduzione del reddito di inclusione (Rei), uno strumento finalizzato a sostenere in modo progressivo le famiglie in povertà assoluta, stimate in circa 400mila unità, a partire dai nuclei con bambini. La delega prevede inoltre il riordino di altre prestazioni assistenziali come la vecchia carta sociale per minori e l’assegno di disoccupazione Asdi, in modo tale da ridistribuire le risorse a disposizione per allargare ulteriormente la platea dei beneficiari. (Continua a leggere dopo la foto)
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Con il via libera alla delega verrà varato il reddito di inclusione (Rei), che andrà a sostituire il Sia (Sostegno per l’inclusione attiva), una misura nazionale di contrasto alla povertà che prevede l’erogazione di un beneficio economico, condizionata all’adesione a un progetto personalizzato di attivazione sociale e lavorativa, in favore delle famiglie in condizioni di fragilità sociale e disagio economico. A caratterizzare il disagio economico, si dovrebbe considerare un Isee inferiore o uguale a 3.000 euro, oltre all’assenza di altri trattamenti economici rilevanti.
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Ogni nucleo familiare riceverà mensilmente la somma necessaria a colmare la differenza tra la soglia di povertà e il proprio reddito disponibile. L’importo del ‘bonus’ erogato verrà calcolato in base al numero dei componenti del nucleo familiare e dovrebbe avere un massimo di 400 euro, rispettando così il principio guida del provvedimento: raggiungere un livello di vita “minimamente accettabile”.
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