Casalinghe in rivolta, non vogliono pagare la tassa obbligatoria, che costa 12,91 euro all’anno ed è rivolta alle donne che “hanno un’età compresa tra i 18 e i 65 anni, svolgono un’attività rivolta alla cura dei componenti della famiglia e dell’ambiente in cui dimorano; non sono legate da vincoli di subordinazione per questa attività e prestano lavoro domestico in modo abituale ed esclusivo, non svolgono cioè altre attività per le quali vi sia obbligo di iscrizione a un altro ente o cassa previdenziale”. Perché non vogliono pagare? È presto spiegato: i vantaggi della polizza, stando alle varie associazioni, sarebbero irrisori nonostante costi poco più di 12 euro all’anno. L’assicurazione, infatti, copre gli infortuni ma solo a fronte di una rendita minima di invalidità almeno del 27%. Una soglia giudicata troppo alta in virtù di una cifra minima pari a 186,17 euro al mese fino a un massimo di 1.292,90 euro per le invalidità al 100%. In caso di infortuni mortali, invece, è prevista una rendita per i parenti superstiti. Questi motivi hanno determinato un notevole calo dei contribuenti: nel 2008 si è passato da circa 2,2 milioni di italiani, per lo più donne, a poco più di 1.2 milioni nel 2014.
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