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Se l’azienda ti paga per mandarti in vacanza. Qui si va oltre l’articolo 18…

Ridurre in “schiavitù” i dipendenti non è certezza di maggiore produttuvità. Farli sentire felici, invece, è un bene per l’impresa. Ne sono convinti i vertici di un’azienda americana che si occupa di pubblicità, la “think Parallax” che “rischia” di diventare la più amata dai lavoratori. In un certo senso applicando un vecchio principio in base al quale sentirsi liberi aiuta, fa bene allo spirito e al corpo. E quale migliore libertà di andarsene in giro per il mondo a costo zero? E allora l’agenzia di creativi paga ai suoi impiegati un bonus di 1.500 dollari a testa per permettergli di andare in vacanza in un posto che non hanno mai visitato. In cambio, loro postano sul sito le foto e il racconto del viaggio, con le immagini più significative di luoghi in cui si trovano, lasciandosi ispirare da quello che li circonda. Insomma, ci sarebbero altri modi per far sentire felici i lavoratori, senza articolo 18 e senza estenuanti discussioni su dove accantonare il tfr. Un’idea innovativa che, tuttavia, richiede investimenti, anche se ridotti. E che, a dirla tutta, è un investimento sul benessere (umano e produttivo) del personale e che, forse, andrebbe incentivato.



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