Tagli in vista per le pensioni d’oro. Il presidente Tito Boeri lo aveva detto subito, appena arrivato alla presidenza dell’Inps. Ci sono “pensioni molto alte che non sono giustificate dai contributi che hanno versato durante l’intero arco della vita lavorativa”, c’è un “problema di equità che andrebbe affrontato”, ha sempre ripetuto. La sua proposta? “Si può chiedere a queste persone di poter dare qualcosa per contrastare la povertà soprattutto nella fascia 55/65 anni. Vogliamo per queste generazioni trovare un modo per dare la possibilità di andare in pensione prima in modo sostenibile, quindi avendo una pensione più bassa”.
Boeri ha registrato una intervista per Ballarò spiegando che “entro giugno” farà delle “proposte articolate” al Governo. Ieri ha ribadito che ci sono alcune pensioni “non giustificate dai contributi”. A chi le percepisce potranno essere tagliate a favore degli assegni di chi ha tra i 55 e i 65 anni. Ecco, come ricorda Libero, cosa aveva annunciato appena arrivato ai vertici dell’Inps: “Nel passato abbiamo fatto promesse previdenziali eccessive. Persone che andavano in pensione a 40-42-43 anni, in condizioni di salute ottime, potendo continuare a lavorare. E alle quali abbiamo garantito pensioni piene, cioè molto più di quanto avevano versato. Il peso di tutto questo l’hanno pagato e lo pagano i giovani. Un’iniquità pazzesca”.
E questa mattina, primo aprile, è stato intervistato a Radio Anchi’io e ha precisato: “È giusto chiedere ai pensionati che godono degli assegni più alti un contributo per aiutare chi versa in condizioni economiche disagiate, soprattutto coloro nella fascia di età tra i 55 e i 65 anni che sono esodati o hanno perso il lavoro poco prima dell’età della pensione”.
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