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Pensioni d’oro, la decisione della Consulta sul prelievo forzoso. Ecco cosa sta succedendo…

 

La Consulta potrebbe rimandare al mittente le otto ordinanze che hanno chiesto di dichiarare incostituzionale il contributo di solidarietà sulle pensioni da 91mila euro in su, deciso dal governo Letta e inserito nella legge si stabilità del 2014, con una validità prevista per un triennio. Insomma la Consulta sarebbe intenzionata a promuovere la legge del governo Letta sul prelievo di solidarietà alle pensioni “d’oro” del 2014. E ad avvalorare questa tesi ci sarebbero molte ragioni. È il quotidiano Repubblica che riporta l’orientamento della Corte.

“Non aveva natura tributaria – si legge sul portale di Repubblica – . Ha riguardato solo le pensioni più “ricche”. Aveva una motivazione solidaristica ben definita e politicamente esplicitata, tant’è che ve n’è traccia nel dibattito parlamentare. Rientrava a pieno titolo nel potere del legislatore intervenire sulle pensioni. Non contrasta con gli articoli 81 e 97 della Costituzione che impongono, anche per le Regioni, l’equilibrio del bilancio”.

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In questo modo la Consulta boccerebbe le ordinanze (sei della Corte dei conti sezioni del Veneto, della Calabria, dell’Umbria e della Campania e le due della Commissione giurisdizionale per il personale della Camera dei deputati) con cui si richiede l’incostituzionalità del contributo di solidarietà sulle pensioni da 91mila euro in su, deciso dal governo Letta e inserito nella legge si stabilità del 2014, con una validità prevista per un triennio.

La Corte costituzionale torna, quindi, ad affrontare il tema della delle pensioni e dei tagli governativi che già fece scalpore nel maggio di un anno fa con la sentenza firmata dalla lavorista Silvana Sciarra (la 70 del 2015) sul blocco delle rivalutazioni per le pensioni più basse. La decisione potrebbe essere meno traumatica: “Il prelievo della legge Letta era progressivo, il 6% per gli importi da 91 a 130mila euro, il 12% per quelli da 130 a 195, il 18% per quelli ancora superiori – spiega Repubblica -. Se la Corte dovesse promuovere i ricorsi lo Stato dovrebbe rimborsare circa 160 milioni di euro. Ma ovviamente, in questo caso, il problema riguarderebbe soprattutto il futuro, e cioè l’impossibilità, per rispettate il dettato costituzionale, di fare altre leggi simili”.

Ma a spingere la Consulta a esprimersi favorevolmente al prelievo forzoso potrebbe essere un altro fattore importante: “l’intervento economico del governo Letta non aveva la caratteristica di un “manovra tributaria” – specifica Repubblica -. Non era, insomma, una sorta di tassa mascherata, ma una mossa per garantire un migliore equilibrio tra gli stessi pensionati. Tant’è che tra gli obiettivi del prelievo, di natura esclusivamente triennale, c’era anche quello di sostenere i lavoratori che in quel periodo risultavano ‘esodati’”.

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