“Disruptive”. Così Paolo Lugiato commenta l’acquisizione di Fox da parte di Disney. “Non bisogna essere un guru dei media per prevederlo”, l’operazione da 71,3 miliardi di dollari “piomberà su Hollywood come un mega meteorite. Dopo, nulla sarà più come prima”. X-Men, Homer Simpson, the Avengers, Buzz Lightyear, Kylo Ren, Avatar si ritroveranno tutti in mano al gigante di Burbank, che controllerà una quota di film e serie televisive senza precedenti.
L’analisi di Lugiato è netta e va oltre il piccolo e grande schermo: “L’accordo, infatti, aumenta almeno del 40 per cento la presa di Disney nel box office Usa e rafforzerà la sua leadership in giocattoli, parchi a tema e linee di crociera”.

Da addetto ai lavori, segnala inoltre le conseguenze su distribuzione, mercato e concorrenza reale: “Disney deciderà come e quando distribuire i film nelle sale e in Tv (dove, va ricordato, possiede, tra le altre station, Abc e Espn) a partire dal suo attesissimo servizio streaming Disney+ che, entro la fine del 2019, punterà la prua verso Netflix con l’obiettivo di colpirla e affondarla”.
E nonostante l’operazione in commento possa ‘passare’ essenzialmente per una questione di mercato, Paolo Lugiato ne illustra le conseguenze in termini pratici, tangibile per lo stesso pubblico: “La nuova dimensione e le ambizioni di Disney hanno implicazioni di ampia portata per gli stakeholder dell’entertainement quali sale cinematografiche, società di video streaming, operatori pay-tv. Nei cinema, Burbank potrebbe pretendere e ottenere più sale e più giorni, vista la sua forza contrattuale di cui sono un manifesto the Avengers e Star Wars, per non parlare dei prossimi sequel di Toy Story e Frozen”. E non è tutto qui.

L’ingresso nello streaming di Disney (che nella sua offerta potrà contare sui prodotti di cinque marchi top: Disney, Pixar, Marvel, Star Wars, Fox e National Geographic) e la continua ascesa di Netflix, aggiunge Lugiato, potrebbero accelerare la spinta degli studios a ridurre la tradizionale finestra temporale di 90 giorni tra l’uscita cinematografica di un film e la sua disponibilità per la visione da casa.
“E, sempre a proposito di streaming, Disney fa sapere che aumenterà gli investimenti nella programmazione di Hulu (ne deterrà il 60 per cento dopo aver acquisito il 30 da Fox), attualmente uno dei maggiori concorrenti di Netflix (per cui gli analisti prevedono un rallentamento della crescita)”.

E c’è un ultimo, ulteriore aspetto che avrà conseguenze a livello di domanda e offerta, una sorta di rivoluzione per l’utenza: “Con il big deal aumenteranno – conclude Paolo Lugiato – probabilmente i cord cutters, ossia i telespettatori non più disposti a pagare i carissimi abbonamenti alle cable tv o alle sat tv. Che, prevedendo tempesta, stanno correndo ai ripari. Come? Con offerte di… streaming minori, ma a prezzi stracciati. Guerra tra i giganti, insomma, e, per contorno, guerriglia dei nani”.