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Nozze tra Wind e 3 Italia, è ufficiale: nasce così il nuovo colosso delle telecomunicazioni

 

Dopo una lunga trattativa tra Ck Hutchison e VimpelCom, ormai è ufficiale: celebrate le nozze tra Wind e 3 Italia. Con oltre 31 milioni di clienti nella telefonia mobile e 2,8 di clienti nella rete fissa (di cui 2,2 clienti della banda larga), dalla fusione si dovrebbe ricavare sinergie per oltre 5 miliardi di euro. Ad annunciarlo è VimpelCom dopo la stipula oggi dell’accordo tra i due gruppi che prevede la nascita di una joint venture paritetica per gestire le attività di telecomunicazioni in Italia. La guida della nuova società, nata dalla joint venture fra Wind e 3 Italia, sarà affidata a Maximo Ibarra attuale a.d. di Wind.

 

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Con la fusione di 3 Italia e Wind la nuova società “otterrà la dimensione giusta e una riduzione dei costi necessaria per continuare ad offrire, a prezzi competitivi, servizi di telecomunicazione innovativi e competere in modo più aggressivo sul mercato italiano”. La joint venture sarà guidata da un board di sei membri: tre saranno nominati da Ck Hutchison e tre da VimpelCom. Il presidente del Cda della nuova società cambierà ogni 18 mesi e sarà nominato a turno dalle due società. L’operazione, sottoposta al via libera delle autorità competenti e dall’Antitrust Ue, dovrebbe essere perfezionata entro i prossimi 12 mesi.

Per i consumatori, almeno nella fase iniziale, non dovrebbe cambiare nulla. L’avvio delle sinergie operative tra i due operatori è infatti condizionato all’assenso delle autorità di controllo del mercato. A regime però la fusione sarebbe comunque un nuovo importante tassello per il mercato italiano, perché crea le condizioni per una dinamica più competitiva in un settore che ha raggiunto la sua fase di maturità. Non solo. L’intero settore delle telecomunicazioni è in movimento per la fase di convergenza, appena iniziata, tra le tlc e la televisione. Dopo il matrimonio, Wind-Tre diventa il primo operatore per numero di clienti e quota di mercato delle Sim italiane. A oggi, infatti, la società del gruppo Telecom Italia vanta il 32,2% di carte telefoniche, Vodafone il 29,4%, Wind il 22,3% e Tre Italia il 10%, mentre il restante 6,1% è ripartito tra diversi operatori virtuali, cioè tra quelli che non hanno un’infrastruttura di proprietà.

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