I dati Inps evidenziano una diminuzione nel numero di colf e badanti ma tra loro aumentano gli italiani. Nel 2015 in Italia, i lavoratori domestici contribuenti sono stati 886.125, in calo del 2,3% sul 2014 (-20.518 in valore assoluto) con un andamento in controtendenza per quelli italiani: più 4,23% nel 2015 (a quota 213.931) rispetto al 2014. Gli stranieri sono diminuiti del 4,16% (a quota 672.194) rispetto all’anno prima. Se si analizza la tipologia del lavoro, il numero di badanti ha registrato nel 2015 un lieve aumento (+2,2%) con un incremento dei badanti italiani (+13,0%).
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Il calo è stato registrato anche nel numero di colf: una diminuzione del 5,4% e in questo caso i lavoratori italiani fanno registrare una variazione in controtendenza (+0,3%). Il calo generale registrato nel 2015 segue quanto accaduto nei due anni precedenti con il segno meno: una più ampia diminuzione, ricorda l’Inps, si è registrata nel 2014 rispetto ai dati 2013 (-5,2%) e nel 2013 rispetto al 2012 (-5,2%) anno in cui si è registrato, invece, un forte aumento del numero di lavoratori per effetto della sanatoria riguardante i lavoratori extracomunitari irregolari.
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Per quanto riguarda il genere, si conferma una netta prevalenza delle donne, che nel 2015 hanno peraltro raggiunto il valore massimo degli ultimi sei anni, pari all’87,8% (777.797). Invece, guardando alle presenze regione per regione, quella che registra il maggior numero di lavoratori domestici è la Lombardia, con 160.587 lavoratori pari al 18,1%, seguita dal Lazio (15,0%), dall’Emilia Romagna (9,0%) e dalla Toscana (8,5%).
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In queste quattro regioni si concentra più della metà dei lavoratori domestici in Italia. Come detto, nonostante il calo del 2015, la composizione in base alla nazionalità evidenzia una forte prevalenza di lavoratori domestici stranieri, che nel 2015 risultano essere il 75,9% del totale (provenienti per lo più dall’Europa dell’Est).