È un momento molto difficile questo per il lavoro, è sempre più complicato infatti trovare un posto fisso (ma anche momentaneo) in qualsiasi parte d’Italia. Ci sono quei mestieri però, che hanno sempre una domanda molto alta e una risposta mediocre. Parliamo di ingegneri energetici/meccanici, tecnici della sicurezza sul lavoro ed esperti informatici sono le professioni ecc. Secondo la Cgia di Mestre, che ha analizzato i dati emersi dalla periodica indagine effettuata dall’Unioncamere-Ministero del Lavoro su un campione qualificato di imprenditori italiani, le previsioni di assunzione delle dieci figure professionali più difficili da reperire sul mercato del lavoro dagli imprenditori italiani daranno luogo a oltre 29mila nuovi posti di lavoro. Di questi, stando alle risposte rilasciate dagli intervistati, quasi 8.500 rischiano di non essere coperti perché non reperibili sul mercato del lavoro. Un dato, quest’ultimo, molto inferiore a quello riferito al 2009 che, in termini assoluti, era pari a quasi 17.600. In buona sostanza, negli ultimi sei anni i “lavoratori introvabili” sono pressochè dimezzati. La Cgia rileva che in questa elaborazione sono state considerate le professioni per cui le aziende prevedono l’assunzione di almeno 1.000 figure. E’ stato esaminato l’83% di tutte le assunzioni previste nel 2014 e l’86% di quelle del 2009. Si tratta delle previsioni di assunzione non stagionali. In questi ultimi sei anni, secondo l’analisi che ha messo a confronto i dati di quest’anno con quelli riferibile all’inizio della crisi, c’è stata una profonda trasformazione del mercato del lavoro, sia per quanto riguarda la domanda che l’offerta. (continua dopo la foto)
La geografia delle professioni e con essa anche la graduatoria dei lavoratori più difficili da reperire è mutata profondamente. Se all’inizio della crisi non si trovava oltre la metà degli infermieri/ostetriche, dei falegnami e degli acconciatori, nel 2014 le professionalità più difficili da trovare (per numero o per caratteristiche personali o di competenza) risultano gli analisti e i progettisti di software (37,7%), i programmatori (31,2%), gli ingegneri energetici e meccanici (28,1%), i tecnici della sicurezza sul lavoro (27,7%) ed i tecnici esperti in applicazioni informatiche (27,4%), tutte figure con una elevata specializzazione e competenza. In definitiva, dopo sei anni di crisi solo tre figure professionali sono rimaste nella medesima top-ten: infermieri ed ostetriche, acconciatori e attrezzisti di macchine utensili, profili che evidentemente continuano ad avere un futuro, seppure ridimensionato in termini assoluti dalla crisi. Inoltre, se nel 2009 la platea dei “lavoratori introvabili” era costituita prevalentemente da attività artigianali ad elevata abilità manuale , oggi, invece, gli “introvabili” sono legati a settori ad alta specializzazione tecnica, in particolare nell’informatica.
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