La notizia del tributo sui condizionatori (tassa o imposta che sia) ha surriscaldato il web e i commenti dei cittadini. Comprensibile lo sfogo “ci tassano pure il fresco”. Ecco alcune utili precisazioni. Dal 1 giugno 2014 i proprietari e amministratori di condominio devono preoccuparsi di dotare il proprio condizionatore o caldaia del nuovo libretto di impianto (che riporta date, manutenzione e rottamazione dell’impianto). Un documento che certifichi tutto, per questioni di sicurezza e chi dimentica il libretto rischia una multa che va dai 500 a tremila euro a seconda del tenore dell’irregolarità.
Ma non tutti devono avere il libretto e non tutti devono pagare il famigerato bollino/tassa. L’imposta è dovuta solo se il nostro impianto di climatizzazione è superiore ai 12 Kw. Inoltre, oggetto delle ispezioni sono gli impianti di climatizzazione di potenza termica utile nominale non minore di 10 kW e di climatizzazione estiva di potenza termica utile nominale non minore di 12 kW. Ma la presunta tassa sui condizionatori esiste o no?
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Il controllo periodico sull’efficienza dell’impianto, ovvero il bollino blu o verde su questi tipi di apparecchiature, è stato introdotto con il DM 10/2/2014 che fissava al 1 giugno 2014 il termine entro il quale doveva scattare l’obbligo di bollino. La data è stata rinviata al 15/10/2014 con il DM 20/6/2014. Dal 2015 il libretto è unico. Il costo del rilascio del libretto può variare da 100 a 200 euro a seconda del tipo e dal numero dei componenti da verificare. Ultimo punto da chiarire: perché?
Perché – è proprio il caso di dirlo – ce lo chiede l’Europa, in quanto è prevista una direttiva europea che disciplina le emissioni di anidride carbonica. Ma l’Europa ce lo chiede da anni con la direttiva Ue 2002/91/CE e la 2010/31/UE (recepita nel DL 19 agosto 2005 n.192). Infine, l’invenzione del libretto non è dell’attuale esecutivo ma del secondo governo Berlusconi con appunto il DL 192/2005 che istituisce il tanto “libretto di centrale”.