Dal primo gennaio la Lituania entrerà nell’Unione Europea. Dopo l’Estonia (entrata nel 2011) e la Lettonia (entrata nel 2014), arriva anche l’ultima delle tre repubbliche baltiche. L’ingresso nell’euro era stato chiesto nel 2007, ma la domanda venne rifiutata a causa dell’eccessivo tasso d’inflazione che non riusciva a scendere sotto il parametro necessario dell’1,7%. Da quell’anno a oggi è sceso dello 0,4%, tornando in linea con l’Eurozona.
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Il Pil è cresciuto del 3,4% nel 2013, del 2,7% nell’anno corrente, e si prevede un +3,1% nel 2015. Il debito pubblico è fermo al 39%, molto al di sotto della media europea, considerando che il trattato di Maastricht prevede un tetto massimo del 60% del Pil, e che l’Italia è al 127,9%, la Germania al 77% e la Francia al 92,2%. Il parametro per il deficit di bilancio è di 3%, la Lituania ha un disavanzo di 2,8% come l’Italia. Benché la disoccupazione non sia un parametro necessario per accedere all’Unione Europea, rimane comunque un valore fondamentale per comprendere lo stato di salute di un paese; la Lituania con il suo 9,9% si posiziona dopo la Germania, ma prima di Francia, Italia e Spagna. La Lituania quindi entrerà nell’euro come esempio, nonostante le sue dimensioni, per tutti gli altri stati dell’Unione Europea.
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