Fuga dal petrolio, business ormai “superato”. La famiglia Rockefeller, che ha fatto fortuna con la sua Standard Oil, ha deciso di – come dicono i finanzieri – scaricare dal portafogli della Rockefeller Brothers Fund le attività connesse al greggio. Dal nero passano al verde, decidendo di investire in fonti rinnovabili ed energie cosiddette pulite. Quella dei Rockefeller, però, non è una scelta fuori dal comune, ma si rifà a un fenomeno noto come “divestment movement”. Si tratta di un movimento di pensiero che ha cominciato a emergere qualche anno fa sulla base di riflessioni nei campus universitari americani dove i fondi di gestione degli atenei, su impulso di studenti e docenti, hanno cominciato a liberarsi degli asset legati al petrolio e a quelle fonti energetiche che contribuiscono all’emissione di gas serra. Una moda, insomma, con risvolti benefici. Lo conferma Stephen Heintz, direttore del fondo della famiglia dei nababbi simbolo della crescita Usa, dichiarando che la scelta finanziaria ha al contempo “un significato morale e una dimensione economica”. In linea, insomma, con l’emergenza clima che continua a interrogare i big della politica internazionale che, in qualche modo, devono cercare di convincere gli operatori economici ad abbandonare strade che hanno reso possibile lo sviluppo dell’economia globale, ma con la conseguenza dell’avvelenamento progressivo del pianeta.