Nonostante siamo entrati nell’era digitale, siamo ancora sommersi dalla carta. La nostra vita è costellata di bollette, ricevute, quietanze di cui non possiamo liberarci. Almeno non subito: c’è un tempo di conservazione minimo, un periodo entro il quale l’autorità di riferimento (il fisco, la banca, l’amministrazione pubblica) può richiederle come giustificativo o l’utente può utilizzarle per contestare eventuali errori. Ma per quanto va conservata una parcella del dentista detratta dalle tasse? E la ricevuta del bollettino postale per il pagamento di una multa?
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![](https://www.caffeinamagazine.it/wp-content/uploads/2015/12/bollette-ret.jpg?x95137)
Ogni documento ha il suo periodo di vita. In giorni di raccolta della documentazione necessaria alla dichiarazione dei redditi (ad esempio le ricevute delle spese detraibili). Vale la pena ricordare quali documenti vanno conservati e per quanto tempo: bollette domestiche per 5 anni, canone Rai per 10 anni, affitti (ricevute) per 10 anni, spese condominiali (ricevute) per 5 anni, giustificativi delle spese da detrarre per 5 anni, quietanze dei pagamenti dei tributi per 5 anni, tassa di circolazione per 3 anni, estratti conto banca per 10 anni, mutui per 10 anni, cambiali per 3 anni, titoli di stato per 5 anni, multe (ricevute di pagamento) per 5 anni, bollette del cellulare per 10 anni, assicurazioni per 1 anno dalla scadenza e per 5 anni se usate a fini fiscali, scontrini d’acquisto per 2 anni, ricevute alberghi e pensioni per 6 mesi, rette scolastiche e iscrizioni a corsi sportivi per 1 anno o 5 anni se usate a fini fiscali, parcelle di professionisti 3 anni, ricevute di spedizionieri per 1 anno o 18 mesi per trasporti fuori Europa, atti notarili per sempre.
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