Pagheremo una penale quando lasceremo un operatore telefonico, fisso e mobile, prima della scadenza contrattuale che può arrivare a 24 mesi. E’ scritto in un disegno di legge sulla concorrenza approvato ieri dal consiglio dei ministri. “Paradossale: ci aspettavamo un passo avanti a favore degli utenti e invece è un passo indietro. Le penali erano scomparse dalla nostra normativa, grazie al decreto Bersani sulle liberalizzazioni del 2006 e ora il governo Renzi le reintroduce a sorpresa”, dice a Repubblica.it Marco Pierani, responsabile dei rapporti istituzionali per Altroconsumo. Che aggiunge: “Faremo battaglia strenua in Parlamento, in fase di conversione in legge”. La parte “incriminata” è nel comma 3-ter dell’articolo 16: “L’eventuale penale (per la disdetta, ndr) deve essere equa e proporzionata al valore del contratto e alla durata residua della promozione offerta”.
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Un passo indietro a svantaggio degli utenti perché il precedente decreto Bersani aveva eliminato il concetto di penale dal nostro ordinamento, sostituendolo con quello di costi di uscita, che devono essere pari a quelli subiti dagli operatori per gestire la disdetta dell’utente. Invece quel comma sotto accusa legittima, per la prima volta, un costo di uscita superiore a quello subito dagli operatori – una penale, appunto – con la sola, generica attenuante dell’essere proporzionato al valore del contratto e alla durata residua della promozione offerta.
Il rischio è che, con questa inedita legittimazione di legge, tutte le offerte o quasi diventeranno blindate a 24 mesi. Con costi extra per chi disdice prima, da sommare a quelli standard che si applicano a ogni disdetta. La sola consolazione è che i costi extra caleranno man mano che si avvicina la fine del contratto (mentre adesso restano uguali fino all’ultimo mese).
Sms di avviso chiamata quando irraggiungibili: ora è a pagamento per tutti…