Dal 26 settembre per caldaie e scaldabagni cambia tutto. . L’ha deciso l’Ue, come già successo per frigoriferi e televisori. L’obiettivo è: tagliare i consumi e ridurre le emissioni. . Largo quindi a caldaie a condensazione, pompe di calore, sistemi ibridi, che gli ambientalisti europei da tempo sono impegnati a promuovere. Stop graduale, invece, per la vendita di apparecchiature tradizionali, una volta terminato lo stock nei magazzini. «Queste nuove misure faranno risparmiare ai consumatori europei l’equivalente di 47 centrali nucleari come quella di Fukushima da qui al 2020», dice sulle colonne del Messaggero, Stephane Arditi dello European Environmental Bureau, l’associazione ambientalista che riunisce 140 organizzazioni in Europa. I vantaggi, per i singoli e il pianeta, sono quindi tanti, ma anche per l’occupazione visto che, a conti fatti, il provvedimento arriverà a creare 238mila nuovi posti di lavoro. In termini di consumi domestici, inoltre, una caldaia a condensazione, rispetto a quelle tradizionali, fornirà un risparmio energetico del 25%-30%. C’è solo un problema: le caldaie più efficienti costano di più e qualche problema, per tante famiglie, potrebbe in effetti esserci. Ma sono allo studio degli sgravi fiscali per chi acquisterà nuove caldaie, alcuni dei quali giù attivi da ora fino a fine anno.
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