Famiglie in difficoltà e imprese a rischio chiusura, il caro bollette preoccupa nonostante le rassicurazioni del Mario Draghi. Nei giorni scorsi il premier, durante una visita a Genova, aveva spiegato come “il Governo sta preparando un intervento di ampia portata nei prossimi giorni”. L’ipotesi allo studio più solida sembra quella di alzare l’asticella dei redditi Isee che consentono l’accesso ai bonus sociali. Per capire se si tratta di una strada percorribile bisognerà aspettare. I tecnici sono al lavoro e ci vorrà ancora qualche giorno per dosare la portata dell’intervento (circa 7 milardi) promessa dal premier Draghi.
Associazioni di categoria e dei cittadini chiedono di fare in fretta prima che il caro bollette si faccia insostenibile. Gli aumenti indiscriminati, oltre che sulle famiglie, pesano anche sulla ripresa e sui consumi: meno soldi da spendere significa meno acquisti e minore spinta all’economica. Un tema sul quale il premier si più volte soffermato sottolineando vicinanza e garantendo impegno per una buona riuscita.
Bollette di luce e gas raddoppiate in un anno
A spiegare quanto pesante sia il caro bollette ci ha pensato nei giorni scorso il presidente di Arera Stefano Besseghini, in audizione alla Commissione Parlamentare di inchiesta sulla tutela dei consumatori, sottolineando che questi incrementi risultano “ancora più significativi se valutati rispetto ai livelli del corrispondente trimestre dell’anno scorso”.
I numeri che oggi arrivano in bolletta sono destinati a crescere. La previsione del primo trimestre infatti non sono buone. Nei primi tre mesi del 2022 la bolletta dell’elettricità aumenterà del 55%, mentre quella del gas del 41,8%, rispetto al trimestre precedente. Bessenghi ha infatti spiegato ancora come il prezzo di riferimento per il cliente tipo “è passato da 20,06 centesimi di euro per kWh” nel primo trimestre 2021 “a 46,03 centesimi di euro per kWh” nel primo trimestre 2022.
“Mentre per il gas naturale, da 70,66 centesimi di euro per metro cubo a 137,32 centesimi di euro”. Bollette quindi più che raddoppiate. Gli aumenti, dopo la forte diminuzione nel 2020, sono associati anche alla forte accelerazione dei costi delle materie prime, oltre i massimi storici, anche per via delle alte quotazioni dei permessi di emissione di CO2. “